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Progetti di educazione gender alla Peruzzi, lettera aperta di Sentinelle in Piedi di Siena

Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta di Sentinelle in Piedi di Siena indirizzata alle istituzioni, alle autorità civili e religiose, e relativa ai fatti accaduti alla scuola elementare Peruzzi di Siena sui progetti di educazione gender.

LETTERA APERTA

al Presidente della Provincia di Siena,
al Sindaco della Città di Siena,
ai Sindaci della Provincia di Siena,
ai Dirigenti Scolastici e alle Autorità Civili e Religiose della nostra Città.
Signori,
il caso mediatico (che sulla stampa locale ha avuto poco seguito) dei racconti gender letti in alcune classi della scuola elementare Peruzzi di Siena ha sollecitato le Sentinelle in Piedi a rompere, per la seconda volta a Siena, il loro tradizionale silenzio. Grido che stavolta le Sentinelle senesi alzano in difesa dei bambini.
I progetti proposti in alcune scuole della Provincia di Siena, ovvero direttamente avviati senza avvisare i genitori come nel caso della scuola elementare Peruzzi, ci lasciano perplessi e ci fanno riflettere su due aspetti principali.
Il primo aspetto è quello dell’ipocrisia, e del “travestimento”. Cioè del modo con cui si “etichettano” i progetti in questione dicendo che riguardano tematiche utili come il contrasto al bullismo di qualsiasi forma e tipo, l’affermazione delle pari opportunità fra uomo e donna, l’educazione sessuale. Questi progetti invece contengono pericolosi messaggi riconducibili all’ideologia gender; la quale vede nei modelli naturali, sui quali l’intera società umana si è evoluta ed organizzata, degli “stereotipi” da abbattere perché il “genere” va scollegato dal dato biologico e naturale e va ricondotto esclusivamente al personalissimo “sentirsi”, alla percezione di sé. Sentimento che può mutare nel corso della vita di un individuo e che quindi può comportare un conseguente cambiamento di sesso.
Una domanda è più che legittima: cosa c’entra il gender con il bullismo e le pari opportunità fra uomo e donna?
I bambini, i ragazzi vanno educati al rispetto dell’ALTRO in quanto persona, con la sua ricchezza e complessità, che non può miseramente essere limitata all’orientamento sessuale. E’ questa una visione parziale, che riduce tristemente l’essere umano alle sue pulsioni sessuali senza riconoscergli quella ricchezza e quella bellezza che vanno assai oltre gli istinti primordiali.
La filosofia del gender non risolve affatto il problema del bullismo, né tanto meno arricchisce la sensibilità alla pari dignità fra uomo e donna. Il gender vuole imporre e far entrare nella testa dei ragazzi una visione del mondo scollegata dal dato reale, di natura, biologico, genetico. Negare la differenza, come fa l’ideologia gender, è la più alta forma d’intolleranza e discriminazione. Aggiungiamo poi che tematiche simili non andrebbero date con leggerezza “in pasto ai bambini” ma affrontate in sedi opportune lontani da condizionamenti ideologici.
L’altra domanda che ci poniamo è questa: ma veramente abbiamo bisogno nelle scuole elementari, medie e superiori di ore aggiuntive di educazione al gender? Sono spesi bene i soldi pubblici che finanziano questi progetti?
Nelle scuole dove i genitori si tassano per comprare i materiali didattici, ovvero per imbiancare le aule, dove l’usura degli immobili e degli arredi lascia trasparire la consistenza delle finanze pubbliche in tema di istruzione? Nelle scuole che crollano a pezzi, dove gli insegnanti non vengono sostituiti perché non ci sono i soldi per pagare i supplenti o comunque chi si occupi dei bambini fino alla fine della giornata scolastica?
Davvero è una priorità spendere soldi pubblici, soldi dei contribuenti, per insegnare il gender ai nostri ragazzi?
Curioso: in una scuola che crolla per mancanza di fondi si propongono progetti di “decostruzione degli stereotipi”. Come dire ragazzi decostruiti in immobili destrutturati.
La vostra, uomini del “potere”, è una responsabilità enorme.
Il vostro silenzio, la vostra indifferenza e il mancato controllo sul “veleno” che viene iniettato nelle giovani generazioni vi rende complici, e per di più “iniezioni” fatte dalle strutture pubbliche deputate al loro benessere e alla loro crescita. Quando addirittura non siete voi stessi i promotori di questi progetti, con consapevolezza e volontaria azione di decostruzione delle coscienze proprio a partire dal gender.
Se il vostro silenzio complice ci toglie la speranza, l’istinto protettivo delle famiglie, la fiducia che riponiamo nella coscienza di migliaia di mamme e di babbi, nella loro attenta vigilanza su ciò che viene fatto nelle scuole fuori dai programmi ministeriali, dai POF e comunque su tutto ciò che “colpisca” i loro figli, ci dà la forza di sperare e di lottare affinché le coscienze si interroghino su queste minacce contro l’UOMO che minano la SOCIETA’ nelle sue fondamenta.
Non sappiamo se i quotidiani senesi pubblicheranno mai questa lettera, ma confidiamo ugualmente che voi “uomini di potere” nel leggerla, sarete bruscamente risvegliati dal torpore che vi assopisce.
Quando tutte le coscienze si interrogheranno, molti saranno richiamati responsabilmente al loro ruolo: questa la nostra speranza.
Per questa fiducia nell’UOMO veglieremo ancora il 24 maggio in una veglia nazionale che coinvolgerà più di 100 città in tutta Italia.

Sentinelle in Piedi Siena

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