Si è tenuto stamani al Teatro comunale dei Rinnovati il solenne appuntamento del Premio Mangia 2023. Il sindaco Nicoletta Fabio ha conferito ad Angelo Riccaboni, candidato dalla Priora Contrada della Civetta, l’ambito riconoscimento della città; a Ciro Castelli (proposto dalla Contrada di Valdimontone), e a “I ragazzi del ‘53” (proposto dalla Nobile Contrada del Nicchio) le medaglie di civica riconoscenza.
La presentazione di Angelo Riccaboni è stata fatta da Luca Garosi che ha sottolineato quanto il <<suo contributo nel far conoscere Siena nel mondo derivi dall’essere un protagonista nel dibattito nazionale e internazionale sui temi della sostenibilità ambientale e sociale e dell’innovazione nel settore agroalimentare nonché dal ruolo ricoperto nel risanamento e rilancio del nostro Ateneo quando ne fu Magnifico Rettore>>.
Garosi ha voluto poi ricordare che <<è stato Professore Ordinario di Economia aziendale presso l’Università di Siena dal 1999, insegnando le tematiche del governo e controllo aziendale nell’ambito dei programmi della Scuola di Economia e Management Richard Goodwin>>, prima di ripercorrere gli anni di gioventù di Riccaboni alla Facoltà di Scienze Economiche e Bancarie segnati da ottimi risultati negli studi e da una forte attività partecipativa alla vita studentesca ma, anche, dalle sue passioni sportive legate al calcio e alla pallacanestro. Quest’ultima vissuta anche in Contrada. <<Da metà anni ’90 – ha precisato – aveva iniziato a frequentare la Civetta accompagnando la figlia. La sua costante presenza lo aveva presto portato ad essere parte della nostra comunità>>.
Tornato alla carriera professionale e analizzando le varie esperienze di successo maturate da Riccaboni, Garosi è arrivato alla conclusione che tutte sono accomunate dalla <<capacità di aver giocato di anticipo, di aver individuato in tempo le tematiche di ricerca e accademiche destinate a diventare importanti>>. Dai percorsi di ricerca alla Harvard Business School, New York University e Columbia University al ruolo di visiting scholar in molteplici atenei internazionali, fra cui HEC (Haute Ecole de Commerce) a Parigi, London School of Economics, University of Southern California a Los Angeles, INSEAD a Parigi, DePaul University a Chicago, Tsinghua University a Pechino e componente del Comitato editoriale o scientifico di molteplici riviste internazionali. L’aver contribuito al processo di definizione dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, come componente del Comitato Direttivo della rete SDSN (Sustainable Development Solutions Network) promossa dalle Nazioni Unite. Impegno che lo portò a partecipare alla storica Assemblea Generale dell’ONU del 25 settembre 2015.
Come ha spiegato Garosi <<la sua capacità di giocare di anticipo si è vista anche nell’importante iniziativa nazionale, da lui portata a Siena, ‘Insieme per gli SDGs’ (Obiettivi di Sviluppo Sostenibile), in collaborazione con il Comune di Siena e il Ministero degli Affari Esteri, e dai molteplici eventi e percorsi formativi organizzati dallo stesso, come Agrifood Next, forum per promuovere l’innovazione sostenibile in tale settore, e la ‘Siena International School on Sustainable Development’, in collaborazione con l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASVIS). Anche il Programma di ricerca e innovazione mai lanciato nel Mediterraneo, PRIMA,
Partnership for Research and Innovation in the Mediterranean Area, focalizzato sui sistemi agroalimentari. In quegli anni pochi avevano colto ancora la centralità dell’agrifood per il domani delle nostre società. PRIMA è diventata protagonista del dibattito internazionale sui sistemi agroalimentari, la cui sostenibilità e resilienza è oggi al centro dell’attenzione generale, come dimostrato anche dal Food System Summit recentemente organizzato a Roma dalle Nazioni Unite, FAO e Governo Italiano, evento in cui Riccaboni ha rivestito un ruolo di rilievo. Anche il recente Rapporto indipendente di valutazione di PRIMA, redatto dalla Commissione Europea per il Consiglio e il Parlamento Europeo, sottolinea i molteplici risultati positivi raggiunti e il prezioso ruolo del Programma nel dialogo fra i Paesi delle due coste del Mediterraneo. E ancora Agritech, il Centro Nazionale creato per diffondere l’innovazione nelle imprese agroalimentari e finanziato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza>>. Garosi ha poi voluto menzionare <<il rilancio dell’Università di Siena operati quando ricoprì la carica di Rettore dal 2010 al 2016>>.
Ricordate, poi, fra le altre, le esperienze di Presidente della Società Italiana dei Docenti di Ragioneria ed Economia Aziendale, della Fondazione Achille Sclavo di Siena e del Collegio Sindacale del Fondo Interprofessionale Banche e Assicurazioni; e quelle di componente del Consiglio di Amministrazione della Banca Monte dei Paschi di Siena, dal 2017 al 2020; del Collegio Sindacale della Banca d’Italia; del Consiglio di Amministrazione dell’Università Bicocca; del Sustainability Stakeholder Panel di Edison Italia; e del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Smith Kline. Più recente, invece, è la nomina a Senior Research Fellow alla Luiss Business School.
<<La passione per l’innovazione e le nuove sfide – ha continuato Garosi – lo hanno anche portato, un paio di anni fa, a fondare uno spin off universitario, Santa Chiara Next, a supporto della sostenibilità ambientale e sociale delle aziende, avendo ritenuto prioritario promuovere lo spirito di gruppo e valorizzare il contributo dei collaboratori. A riconoscimento del suo prolungato ed efficace impegno accademico e istituzionale, nel 2021 è stato insignito dell’onorificenza di Commendatore della Repubblica Italiana>>.
Le parole di Anna Carli per Ciro Castelli, uno dei maggiori esperti di restauro della parte lignea dei dipinti su tavola hanno raccontato la passione che Castelli mette da sempre nel suo lavoro e <<al tempo stesso la felicità che la sua Città gli facesse un riconoscimento così grande>>.
Immancabile un excursus della sua vita professionale che ha toccato le tappe e i momenti chiave del suo operato: dagli albori in un laboratorio artigianale di falegnameria a Siena dopo aver abbandonato gli studi a 14 anni, passando al trasferimento a Firenze e all’incontro avvenuto a seguito dell’alluvione di Firenze nel 1966, che lo ha portato a lavorare <<sotto la guida di tre grandi studiosi, ricercatori, esperti nel campo del restauro: Giovanni Urbani, collaboratore di Cesare Brandi e poi Direttore dell’Istituto Centrale del Restauro, Umberto Baldini, figura fondamentale per la conformazione di eccellenza dell’Opificio delle Pietre dure e Gaetano Lo Vullo, storico restauratore degli Uffizi>>, fino agli anni, con una parentesi significativa da libero professionista, da dipendente del Ministero della Pubblica Istruzione e poi del Ministero dei Beni Culturali e ambientali al periodo della sua costituzione nel 1975.
<<Da quel momento – ricorda Carli – la sua vita torna a essere legata a Siena. Viene chiamato ad operare per le consulenze e per il restauro di opere che si trovano in chiese o musei della nostra città come la Croce trecentesca della chiesa dei Servi di Maria, la pala di Domenico Beccafumi “Incoronazione della Vergine” nella Chiesa di S. Spirito, e sempre di Domenico Beccafumi quattro tavole da un Cataletto dell’Arciconfraternita della Misericordia, esposte in Pinacoteca, l’opera del Maestro dei Santi Cosma e Damiano, detta “Madonna dei Mantellini” nella Chiesa del Carmine, la “Pala Tancredi” nella Chiesa di S. Domenico, opera nelle sue varie parti di Matteo di Giovanni, Francesco di Giorgio e Bernardino Fungai>>. Interventi anche ad Asciano, Pienza, Montalcino, Montepescali e Grosseto. E ancora <<consulenza per il restauro delle porte esterne del nostro Palazzo Comunale e nel 2010 in occasione della mostra “Da Jacopo della Quercia a Donatello.
Le arti a Siena nel primo Rinascimento” allestita al Santa Maria della Scala, per cui ha fornito l’assistenza tecnica ed è intervenuto sulla manutenzione delle cinque sculture lignee dorate a figura intera di Jacopo della Quercia. Attualmente sta seguendo come esperto indicato dalla Soprintendenza il restauro del supporto ligneo di due opere di Giovanni di Paolo la “Madonna dolente” e “S. Giovanni dolente” presso il Museo dell’opera della Metropolitana>>. Senza dimenticare che il suo intervento non è stato solo a favore di opere in territorio toscano ma anche in musei stranieri per mostre organizzate in ambito europeo, e a Mosca, negli Stati Uniti, in Cina e in Giappone.
<<Dal 2010 al 2018 ha lavorato, su chiamata di Paul Getty, nell’ambito delle attività della sua Fondazione, per il restauro di alcune opere e per la formazione di 8 allievi di cui solo 3 erano italiani>>. Concludendo quanto sia <<un lavoro di artigianato artistico importantissimo, che passa quasi sempre inosservato anche dagli amanti dell’arte, e del valore del quale, per la salvaguardia del nostro patrimonio artistico, oggi Siena dà una significativa testimonianza, e lo fa attraverso il riconoscimento ad un senese impegnato anche nel trasmettere ai giovani conoscenza, impegno ed entusiasmo per questo lavoro>>.
È stato l’attore Massimo Reale a dar voce alle parole scritte dal giornalista Massimo Biliorsi per la presentazione del premio assegnato all’associazione “I ragazzi del ’53”, che, come in una pièce teatrale, ha spiazzato i presenti esordendo: <<sono venuto, mio malgrado qui, costretto dall’autore a parlare dei Ragazzi del ’53, che inspiegabilmente avete deciso di premiare. Lasciatevelo dire: state commettendo un grosso errore! Evidentemente non sapete cosa state facendo, come spesso accade in questo labirinto chiamato Siena>>.
E’ iniziato così lo spettacolo del mattatore Reale. Una sapiente quanto divertente interpretazione di un testo, tutta ironia e sarcasmo, affidatogli da Massimo Biliorsi, che per l’occasione, ha vestito i panni di sceneggiatore.
Con un vero e proprio avvertimento tanto da definire <<questo premio un pericolo: la città dimostra che non è più quella di un tempo>>.
E proprio nel ripercorrere la storia di questi “ragazzi”, si deduce il perché di tale affermazione: <<da quel lontano 1993 quando decisero di mettere in scena la prima commedia musicale, non abbiamo avuto più pace. Si presentarono alla città con “Il trionfo dell’odore” di Mario Verdone nel glorioso spazio del Teatro delle Due Porte. Andavano bloccati sul nascere>>. Ricordando poi che <<recitando e cantando, anno dopo anno, copione dopo copione, hanno avuto la pretesa di raccontare il cambiamento lento ma inesorabile della città: dall’opulenza farlocca della “Siena da bere” al crollo di un mito>>, realizzando ventuno operette con “tutto esaurito”, i cui incassi per una cifra totale che è oggi intorno ai centomila euro sono andati in beneficenza. E proprio con grande ironia, come si confà a “I ragazzi del ’53”, lo stesso Reale si è chiesto se <<c’era poi necessità di aiutare la Misericordia, l’Azienda Ospedaliera, la Casa di Riposo del Campansi così come, per il terremoto in Abruzzo, sostenere il piccolo centro di Sant’Eusanio Forconese>>, arrivando a definirli “i Ragazzi ingombranti”.
<<Gli stessi ragazzi che nel 2005 decisero, con la complicità inaspettata del maestro Alberto Inglesi, di offrire il Masgalano dell’anno, raggiungendo il massimo: un detestabile controsenso dal momento che proprio loro premiavano tutti quei giovani seri, composti, eleganti che sfilavano sul tufo>>. Reale e l’autore Biliorsi arrivano alla conclusione di <<volersi dissociare da chi fa dell’ironia una terribile arma>>. La stessa che ha portato, oggi, “I ragazzi del ’53” alla cerimonia del “Premio Mangia” 2023 e che li vedrà nuovamente, sul palcoscenico del Teatro dei Rozzi, il 20 e il 21 ottobre, per i loro settant’anni.
Le pergamene che hanno accompagnato i riconoscimenti sono state realizzate, a titolo gratuito, dai dipendenti comunali Michela Bacconi e Stefano Pellati.