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Omicidio a Sinalunga. Si attendono autopsia e rilievi balistici sull’arma

Resta avvolto nel mistero l’omicidio consumatosi a Sinalunga lo scorso 9 maggio poco dopo le 21. Al centro dell’indagine la pistola e il colpo esploso che ha ucciso il giovane 22enne albanese Andrea Ndoja. Le indagini, coordinate dal PM Nicola Marini, stanno cercando di approfondire la dinamica esatta della colluttazione e soprattutto la reale provenienza della pistola. Giulio Sale, allevatore 45enne di Foiano della Chiana, accusato di omicidio, al momento si avvale della versione basata sulla legittima difesa. Secondo un primo interrogatorio l’uomo sarebbe andato a Sinalunga per un incontro chiarificatore con alcuni albanesi che avevano avuto a che fare, come operai, con la sua ditta agricola. Non sappiamo ancora come Ndoja fosse collegato alla vicenda visto che era a Sinalunga in visita e non residente o domiciliato del posto. Nella casa dove si è consumata la tragedia vivevano infatti altri due ragazzi albanesi insieme ad una donna. Molto probabilmente l’origine del diverbio non era nato tra Sale e Ndoja anche se in un secondo momento proprio il giovane albanese potrebbe aver cercato di risolovere la questione, magari proprio con l’uso della pistola. Fondamentale per il proseguo delle indagini l’autopsia sul corpo del giovane e le impronte sulla pistola. Capire la distanza da dove il colpo è esploso e da chi è stata caricata farà chiarezza sulla proprietà dell’arma e sulla lite che ha portato alla morte dell’albanese.

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