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Nuovo percorso di Attività Fisica Adattata per persone con fibromialgia

Salgono a tre i percorsi di Attività Fisica Adattata (AFA) per persone con fibromialgia nella provincia senese. Dopo quello attivato nella città di Siena nei locali della Pubblica Assistenza, partiranno a breve anche presso l’AUSER di Sinalunga e di Bettolle.
Il Dipartimento delle professioni tecnico sanitarie, della riabilitazione e della prevenzione, diretto dalla dottoressa Daniela Cardelli, che governa tutto il percorso AFA all’interno dell’Azienda USL Toscana sud est, ha già programmato una serie di momenti di formazione agli istruttori AFA sul nuovo protocollo per la fibromialgia per estendere la possibilità di attivare corsi specifici fra i provider AFA autorizzati su tutto il territorio aziendale.

“Per me è un momento importante, perché portiamo a compimento un lavoro iniziato nel 2016 con un’assunzione di responsabilità che va un po’ oltre le prerogative del Consiglio regionale. Mai prima d’ora l’Assemblea toscana aveva fatto proprio un percorso diagnostico terapeutico e assistenziale di questo tenore. La fibromialgia deve avere la massima attenzione e la cura ha bisogno di un percorso certo – ha dichiarato il presidente della terza Commissione consiliare sanità e politiche sociali Stefano Scaramelli, intervenuto in conferenza stampa -. Siamo di fronte a numeri importanti ancora del tutto sommersi. Si stima che nel senese i casi potenziali siano circa 5mila. Tendere una mano ai tantissimi casi di sofferenza e alleviare il dolore è il minimo, anzi è doveroso. Ne trarrà beneficio anche il sistema sanitario toscano”.

“Il nuovo protocollo AFA per la fibromialgia, che si colloca all’interno delle azioni che la Regione Toscana sta mettendo in atto per il contrasto della cronicità e per il miglioramento degli stili di vita della popolazione adulta e anziana, consente di dare dignità a coloro che soffrono di questa patologia – ha aggiunto il direttore sanitario dell’Azienda USL Toscana sud est Simona Dei -. E’ un percorso meno sanitario, ma può arrecare subito sollievo. Ancora una volta il gioco di squadra, di cui le associazioni di volontariato sono protagoniste, ci permette di affrontare una nuova sfida. Il territorio senese è il primo ad avere aderito. Ci auguriamo un’ampia diffusione anche nelle altre zone aretine e grossetane”.

Profonda soddisfazione è stata espressa anche dal presidente della Pubblica Assistenza di Siena Fabio Lapisti e dal direttore sanitario dell’associazione Maria Assunta Mea, nonché da Roberto Vannozzi del comitato direttivo dell’Auser di Bettolle e da Francesco Fiorini istruttore AFA, che hanno ribadito la loro ferma volontà a sostenere l’iniziativa e a promuovere la conoscenza del servizio offerto insieme alle istituzioni e ai professionisti della salute inclusi i medici di famiglia.

Alla conferenza stampa hanno preso parte, fra gli altri, il direttore del Dipartimento delle professioni tecnico-sanitarie, della riabilitazione e della prevenzione Daniela Cardelli, la dirigente delle professioni sanitarie della riabilitazione Marcella Biagi, il referente AFA per il territorio aziendale Antonio Albino, che hanno spiegato nel dettaglio l’importanza del protocollo e le ricadute positive sulla qualità di vita di chi pratica attività fisica adattata con strumenti e guide adeguati.

Che cos’è la Fibromialgia
La fibromialgia è una condizione clinica conosciuta da tempo, ma solo recentemente ha ricevuto una definizione scientifica e un riconoscimento formale: nella versione italiana ICD-9-CM (2007) viene classificata con il codice 729.0, ovvero fibromialgia e reumatismi extrarticolari diffusi non specificati.
Questa sindrome interessa circa il 2% della popolazione, con frequenza maggiore nel sesso femminile (fra i 25 e i 45 anni), ed è caratterizzata da dolore muscoloscheletrico cronico e diffuso, spesso associata ad astenia, disturbi del sonno, problemi cognitivi (per esempio di attenzione e/o memoria) e problemi psichici (ansia, depressione), rigidità articolari e muscolari.
L’eziologia non è ancora stata pienamente compresa ed esiste incertezza verso il quadro fisiopatologico.
La diagnosi si basa su sintomi caratteristici e specifici criteri e sull’esclusione di altre ipotesi diagnostiche: le principali patologie su cui effettuare la diagnosi differenziale sono artrite reumatoide, polimialgia reumatica, polimiosite, spondiloartrite e neuropatia.
Il decorso della fibromialgia è spesso imprevedibile e il dolore cronico, la disabilità e la ridotta qualità di vita, possono persistere e peggiorare nel tempo. La reazione più abituale è quella di eliminare qualunque attività del vivere quotidiano potenzialmente in grado di suscitare dolore o di generare la paura del dolore.
Tutto questo genera quindi inevitabilmente un circolo vizioso fatto di tensione muscolare, dolore, inattività e sensazione di affaticamento. La letteratura internazionale fornisce indicazioni per un approccio terapeutico multidi-modale includendo diverse tipologie di interventi fra i quali (nell’ambito dei trattamenti non farmacologici di prima scelta) lo svolgimento di attività fisica, globalmente più efficace a lungo termine e sostanzialmente priva di effetti collaterali, svolta in modo continuativo e con modalità stabilite.

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