“Dal primo settembre saranno effettive le nuove tariffe per l’utilizzo del servizio mensa dell’ARDSU Toscana: l’aumento viene applicato a coloro che hanno un ISEE superiore alle 30.000 € e la maggiorazione arriva sino alle 8,50 € per la fascia più alta, risultante in un effettivo aumento dell’88% da un anno accademico all’altro.
Ciò è conseguenza dei tagli effettuati dalla Regione Toscana alle spese di mantenimento e di servizio dell’Azienda Regionale del Diritto allo Studio Universitario, per quanto concerne sia il servizio mensa sia il servizio residenze. L’aumento tariffario del servizio mensa è un risultato del definanziamento regionale e della mancanza di politiche strutturali per contrastare l’inflazione”. Così una nota dell’associazione studentesca Cravos in risposta all’aumento delle tariffe per la mensa universitaria, che non colpiranno invece chi è borsista.
“Questo provvedimento – continua Cravos – si va ad inserire in un quadro più ampio che è causa della deresponsabilizzazione regionale e comunale nel garantire appropriati alloggi allo studentato. Nonostante l’aumento delle soglie ISEE stabilito dal Ministero al fine di ampliare il bacino dei borsisti, summenzionata politica è chiaramente improntata al progressivo smantellamento del diritto allo studio toscano e al suo ridimensionamento, seguendo altri modelli che lasciano studenti e studentesse in balia delle speculazioni dei privati per quanto riguarda vitto e alloggio all’interno delle città, privando di ogni servizio chi non è vincitore di borsa di studio. Tali scelte sono espressione della volontà della classe dirigente di questo paese, la quale, in maniera classista, vuole rendere l’istruzione universitaria un privilegio elitario, piuttosto che un diritto universale da garantire a chiunque”.
Cravos Siena
