Mps ha chiuso i primi nove mesi dell’anno con un utile netto di 929 milioni di euro, rispetto a una perdita di 334 milioni nello stesso periodo del 2022. L’utile del terzo trimestre è di 310 milioni, al di sopra delle previsioni degli analisti. Scendono i rischi legali, da 4,1 a 2,9 miliardi, anche per via della sentenza della Cassazione che ha assolto Mussari e Vigni nel processo sui derivati. “I risultati dei primi nove mesi confermano una forte crescita della redditività e la continua capacità di generare capitale in maniera sostenibile”, scrive la banca in una nota.
Rote pari al 15,1% – prosegue la nota – ulteriore rafforzamento della posizione patrimoniale con cet1 ratio fully loaded al 16,7%, in crescita di oltre 80 punti base t/t, largamente superiore ai requisiti normativi. In forte miglioramento a 1.446 milioni di euro il risultato operativo lordo nei primi nove mesi (509 milioni di euro nel terzo trimestre), più che raddoppiato rispetto al 30 settembre 2022, grazie sia al miglioramento dei ricavi (+22,9% a/a) sia agli strutturali e continui interventi sui costi operativi (-15,2% a/a). Margine di interesse in crescita anche nel terzo trimestre, con un risultato nei nove mesi a 1.688 milioni di euro (+62,7% a/a), che ha più che compensato l’andamento delle commissioni (-6,5% a/a) impattate nel terzo trimestre sia dagli effetti della riduzione delle spese sui conti correnti che dalla consueta stagionalità. Cost/income nei primi 9 mesi al 48%, in ulteriore miglioramento rispetto al primo semestre e in significativa riduzione rispetto al 70% nei nove mesi 2022; già superato l’obiettivo di piano al 2026. Raccolta commerciale totale ancora in crescita nel terzo trimestre grazie all’incremento dei volumi dei depositi, con una dinamica globale dei volumi da inizio anno pari a +2,9%. Volumi degli impieghi performing sostanzialmente stabili nel terzo trimestre, con una dinamica nei nove mesi in linea con il mercato. Costo del rischio nei nove mesi pari a 52 punti base, con un terzo trimestre confermato sui livelli precedenti, in linea con la guidance per il 2023.
Stock dei crediti deteriorati lordi pro forma a 3,4 miliardi di euro:
• npe ratio pro forma lordo al 4,1% (4,2% a fine 2022)
• npe ratio pro forma netto al 2,2% (2,2% a fine 2022)
• copertura complessiva pro forma dei crediti deteriorati al 49,1% (+100 pb rispetto a fine 2022)
Solida posizione di liquidità, con una counterbalancing capacity non impegnata superiore a 28 miliardi di euro; lcr >160% e nsfr >130%, con ulteriore riduzione dell’incidenza del funding bce (rimborsati nel mese di settembre ulteriori 3 miliardi di tltro iii)
1,2 miliardi di euro di petitum di rischi legali straordinari declassati a rischio “remoto”
Il cda della capogruppo esprime parere favorevole a proporre all’assemblea dei soci, in sede di approvazione di bilancio 2023, di destinare a riserva di utili non distribuibili una somma non inferiore a 312,7 milioni di euro a livello di gruppo, quale opzione prevista dalla normativa sulla tassazione dei cosiddetti extra profitti