Un altro momento chiave per il futuro di Banca Mps è il 7 febbraio. Quel giorno il cda, che si riunisce per il bilancio del 2021 (primi nove mesi si erano chiusi con un utile di 388 milioni), potrebbe revocare le deleghe all’amministratore delegato Guido Bastianini (al suo posto in pole ci sarebbero Alessandro Vandelli, già ad di Bper, e Luigi Lovaglio, ex di banca Pekao e Credito Valtellinese). Una volontà del Ministero dell’Economia, azionista di maggioranza col 64%, che ha fatto sollevare un polverone sulla scena politica (a difesa di Bastianini si sono schierati tra gli altri il leader della Lega Salvini, il CinqueStelle Fraccaro, Stefano Fassina di Leu, il presidente della Toscana Giani e il sindaco di Siena Luigi De Mossi). Ha rotto il silenzio anche Rocca Salimbeni, comunicando che il 7 febbraio è stato inserito all’ordine del giorno “un punto inerente una verifica di Corporate Governance riguardante la figura dell’Amministratore Delegato e Direttore Generale dott. Guido Bastianini”. Tutto questo mentre il Mef sta trattando con l’Europa per prorogare l’uscita dello stato dalla banca senese e per avere il via libera all’aumento di capitale da 2 miliardi e mezzo e il piano di esuberi, circa 4.000 di cui la metà a Siena, secondo alcune fondi sindacali.
Mps, il 7 febbraio si decide il futuro dell’ad Guido Bastianini
3 Febbraio 2022
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