E’ stata approvata all’unanimità la mozione che dà mandato al sindaco Luigi De Mossi di interloquire con il Governo, a partire dal premier Draghi, per salvaguardare la banca senese. Il documento, firmato ieri mattina durante il consiglio comunale straordinario al Santa Maria della Scala, contiene la richiesta di impegno del sindaco a rivolgere, ancora, un nuovo e solenne appello al Presidente del Consiglio dei Ministri e a tutti i dicasteri coinvolti ed interessati dall’operazione (Ministro del Mef Daniele Franco, allo Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti e al Ministro del Lavoro Andrea Orlando) per un incontro, chiedendo di esplorare tutte le possibili soluzioni con un passaggio in Parlamento, valutando, anche, l’eventuale ipotesi di rinviare l’operazione di privatizzazione fin quando la Banca e la comunità senese non saranno effettivamente tutelate, assicurando: la salvaguardia dei diritti dei dipendenti con misure comunque sostenibili; la continuità del marchio MPS, il più antico del mondo, universalmente riconosciuto nel settore bancario internazionale, che è un unicum con la permanenza della direzione a Siena; una soluzione che salvaguardi un’autonomia utile e un’integrità durevole della Banca, che ha svolto un ruolo per il Paese, insieme alla difesa del complesso indotto di attività e la permanenza diretta di una presenza dello Stato per accompagnare l’evoluzione della Banca.
Durante il suo intervento De Mossi ha rimarcato l’importanza dell’unanimità di intenti dimostrata con la mozione presentata per affrontare una ‘battaglia’ difficile e non semplice e che, purtroppo, sarà anche veloce visti i termini che sta dettando l’Europa. Ma qualsiasi valutazione venga fatta non può prescindere, ha evidenziato il primo cittadino, dal non riconoscere che il Montepaschi è uno dei principali gruppi bancari del nostro Paese, con attività rivolta principalmente alle famiglie e alle piccole e medie imprese. Ha quindi ricordando che il valore del marchio ammonta a 466milioni di euro, 4milioni i clienti, 198 miliardi di raccolta complessiva di cui 87 di depositi, 81,4 miliardi di finanziamenti alla clientela, 2,2mld di crediti deteriorati (2,7% del totale), 1500 sportelli e 200 centri specialistici diffusi su tutto il territorio nazionale con un forte radicamento territoriale. Ma anche i sacrifici richiesti dalla politica: da Banca 121 ad Antonveneta, con le scelte politiche del passato e le conseguenze che ne sono derivate, e per questo il richiamo alla stessa politica per porre un rimedio certo per quello che MPS ha rappresentato nei secoli a livello mondiale, per non incorrere in quanto palesatoci. Il sindaco di Siena ha chiesto, in maniera ferma, strategie diverse, in grado di tutelare e non sacrificare la banca più antica del mondo con scelte forse affrettate e irreversibili, le cui ricadute a spese della Banca e della comunità senese potrebbero essere irrimediabili.
La mozione è stata approvata all’unanimità così come l’emendamento presentato da Paolo Salvini e firmato da tutti i gruppi consiliari (Federico Minghi, Davide Ciacci, Mauro Marzucchi, Lorenzo Loré, Pierluigi Piccini, Maurizio Forzoni, Pietro Staderini, Claudio Cerretani e Alessandro Masi), con il quale nel penultimo capoverso delle premesse scritte nella mozione viene aggiunta la frase: “tenute ferme le diffuse responsabilità del recente passato”.
“Considero un fatto positivo la mozione sul Monte dei Paschi votata all’unanimità dal consiglio comunale di Siena”. Così il presidente Eugenio Giani commenta l’esito della votazione del documento passato in modo compatto dal consiglio dell’amministrazione senese. “Questo atto – prosegue Giani – pone su basi chiare il lavoro che le istituzioni tutte, dal Comune alla Provincia alla Regione, in modo convergente, stanno mettendo in campo per la tutela del Monte, indicando che l’istituto continui a garantire lavoro, identità e prospettive in nome di una storia che dal 1472 illustra la Toscana”.
“La posizione unanime uscita dal Consiglio comunale di Siena sul futuro del Monte dei Paschi è un segnale importante: è apprezzabile lo sforzo di tutti nel trovare una posizione comune che, pur nel rispetto delle differenze, faccia parlare Siena con un’unica voce. Posizione comune che il Gruppo consiliare del Pd aveva, per altro, già ricercato nei mesi scorsi”. Queste le parole di Susanna Cenni dopo il Consiglio comunale a cui ha partecipato – unica, tra i parlamentari eletti in Toscana – rispondendo all’invito del sindaco.
“Le priorità individuate dal documento unitario – sottolinea la deputata – sono quelle che il Partito Democratico ha sostenuto fin dall’inizio e che, insieme agli altri colleghi parlamentari toscani del PD, abbiamo ribadito anche la settimana scorsa in occasione dello sciopero dei dipendenti di Mps: salvaguardare i lavoratori, mantenere la direzione generale a Siena, garantire la continuità del marchio e la permanenza dello Stato per accompagnare l’evoluzione della Banca”. “È legittima, infine – conclude l’onorevole Cenni – la richiesta emersa, ovvero che le istituzioni locali siano ascoltate da tutti gli interlocutori che si stanno occupando del dossier Mps, prima della chiusura della trattativa: il futuro del Monte non può in alcun modo essere determinato senza che si dia il giusto peso al rapporto tra la banca e questo territorio”.