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Intervista della Settimana a Daniele Sardone, impresario dell’infuso “Amaro di Siena”. La ricetta trovata in una Bibbia del 1788! Domenica 6 Luglio

Per l’intervista della settimana di domenica 6 Luglio alle ore 12:10 abbiamo al microfono di Antenna Radio Esse Daniele Sardone, impresario edile che, nel fare la sua professione, è incappato in qualcosa di particolare.

Daniele da impresario edile si è trasformato infatti anche in impresario di infusi, un’avventura che l’ha portato a produrre l’Amaro di Siena.

Daniele grazie di essere con noi, raccontaci un po’ come la tua professione edile si è poi potuta trasformare in questa avventura che ha portato all’Amaro di Siena.
“Buongiorno a tutti, è stato un colpo di fortuna nient’altro. Abbiamo acquistato un borgo verso Belcaro dove abbiamo ristrutturato questi dieci appartamenti che prima sono stati messi a reddito e poi venduti, ma la cosa veramente buffa è che in questo borgo c’erano diversi mobili e diverse situazioni di abbandono, oltre a tutta la parte strutturale fatiscente e in più la gente nel tempo aveva lasciato dei propri oggetti: chi un mobile, chi una sedia… e in un muro che non si vedeva perché c’era il tetto praticamente crollato c’era un manoscritto, io lo chiamo così perché è una Bibbia del 1788”

Hai scoperto una vera è propria capsula del tempo che si era fermato in quel muro!
“Ma sì, perché poi è stata una cosa molto particolare, il fatto di aver trovato questa Bibbia mi è subito saltato all’occhio perché è scritta in inglese e io non parlo molto inglese, magari parlo spagnolo ma inglese no. E ho preso questa Bibbia insieme ad altre cose…c’era una bella madia piccolina da una parte e le ho portate a casa, praticamente a duecento metri ho questo vecchio fienile che poi ho ristrutturato perché era tutto insieme, era una azienda molto vecchia nella provincia dio Siena”

E dentro questa Bibbia hai trovato una ricetta?
“No, dentro questa Bibbia non ho trovato niente perché non l’ho trovata io!L’ho lasciata dal 2006 quando ho iniziato il restauro fino al 2019 e la mia compagna di quel tempo –  è una biologa – guardando questa Bibbia ha trovato un foglio con delle scritte di essenze e di tipi di lavorazione”

Scritte in italiano o in inglese?
“In italiano”

E faceva riferimento a un amaro che aveva già il nome di Siena o glielo avete dato voi in seguito?
“No no, per me poteva essere una zuppa di pane o qualsiasi altra cosa, la biologa ha detto che era uno spirit, non faceva nessun riferimento a Siena, faceva riferimento a un’essenza che è di Siena perché noi la cantiamo anche in Piazza quando diciamo “Nella Piazza del Campo ci nasce la verbena”

Raccontaci come questo “fogliettino” che è tornato dal tempo si è poi trasformato nell’Amaro di Siena, è stato facile?
“No non è stato per niente facile, perché certi tipi di lavorazioni a oggi non sono più concesse, non possono essere più fatte. C’era dello zucchero bruciato che ora bisogna cambiare in altri modi, lì c’era una lavorazione d’altri tempi dove a oggi bisogna invece entrare su quello che i vari disciplinari e le regolamentazioni che la legge ti da. Quello che è stato difficile è proprio questo, ricreare quel sapore perché noi l’abbiamo ricreato prima com’era, come veniva fatto ma quello ce lo siamo bevuti noi per assaggiare.

Quello “proibito”?
“Sì, e poi piano piano dopo settanta prove siamo riusciti a farlo quali al 100% come l’originale”

Avete fatto valutare la ricetta che avete trovato per vedere a che epoca risale? Se avete pensato che comunque fosse appartenuta a un frate dal momento che era legata a una Bibbia?
“Ma la Bibbia era in inglese e la ricetta in italiano, abbiamo cercato di fare delle ricerche, solo che nelle ricerche o c’è uno storico dietro che può ripercorrere, ma quasi sempre riconducibili ai frati e personaggi che nel tempo si dedicavano a questi elisir, amari, spirit e magari ne facevano uso loro, buon uso, o come magari farmaci”

Come farmaci corroboranti. Mi dici la sensazione quando hai assaggiato il primo test “proibito”di assaporare qualcosa che viene forse da duecento anni di silenzio?
“Non è un distillato, si riesce a crearlo per infusione. La prima volta che l’ho assaggiato mi sono guardato con quegli altri per dire “ma che è?” perché la lavorazione doveva essere fatta con più tempo, perché ha una lavorazione a oggi di un mese e la produzione deve stare in giacenza un mese e dopo comincia a essere pronto. In quel momento lì siamo andati abbastanza veloci cercando di capire com’era lavorazione”

Quanti siete ad aver tentato questa impresa?
“Come società giuridica sono solo io ma ho un’equipe di persone intorno”

Ma tu avevi già passione nell’avventurarti nella mixology o è stato un colpo di fulmine dal momento che hai trovato la ricetta?
“La mia passione di spirit non c’è mai stata, io sono una persona molto chiara, poi ti appassioni perché quando trovi qualcosa che non hanno altri allora come quel tipo di tesoretto che piano piano cerchi di capire, poi chiaramente anche i mie collaboratori mi hanno fatto appassionare a quella che era la realizzazione, i sapori, è un’escalation in cui vai avanti piano piano e poi inizi a capire la realizzazione che è veramente una composizione”

Poi devo dire è sempre bello avventurarsi con passione in nuove attività, è così diversa da quello che fai e così ricca di contenuti che probabilmente ti può aver coinvolto totalmente.
“Sì poi io sono uno che si entusiasma molto con le cose nuove e questo mi ha entusiasmato subito, non è stato facile specialmente l’investimento perché ad oggi gli investimenti come sappiamo tutti qualsiasi cosa costa per arrivare a un prodotto a una bottiglia a far fare la grafica”

Che è veramente molto bella infatti ti volevo chiedere, la bottiglia ha un design molto liscio, molto pulito ma anche accattivante, ti faccio i complimenti anche per il sito perché si sente che c’è Siena ma con una derivazione profonda e insomma non hai sfruttato niente che la potesse legare troppo ha Siena ma ha un fascino particolare. Complimenti per la grafica, non dev’essere stato facile appunto selezionare e sfrondare di tante cose che avrebbero potuto essere come degli orpelli su tutto questo progetto.
“Ti ringrazio e lo accetto proprio volentieri perché la prima cosa che abbiamo cercato di far prendere, assimilare a Siena un prodotto che io non voglio diciamo entrare a gamba tesa e dire “questo è un prodotto di Siena che io ho trovato, c’è la verbena!” mi sono presentato all’amministrazione comunale e mi hanno detto di registrare il marchio, di depositarlo, poi se non ci sono opposizioni l’iter della legge va per conto suo. Poi c’è stata anche questa nuova normativa su quelli che sono i marchi riconducibili alle location e a città, insomma è stata una scaletta che qualcuno ha programmato ma non certo io. Non ho cercato assolutamente di impormi su Siena, addirittura l’amministrazione comunale mi disse: “Amaro di Siena, c’è la verbena, da Siena, perché no?” e da lì è nato tutto poi se piace piace e se non piace noi ci abbiamo messo il cuore per farlo”

Fra l’altro sull’etichetta c’è scritto “Amaro di Siena, spirito del campo” che può avere doppio senso: il campo che rappresenta Siena in tutto ma anche spirito che viene dalle erbe del campo che devono essere raccolte fresche e poi distillate.
Il tempo a nostra disposizione è scaduto Daniele, complimenti per aver diviso le tue attività di imprenditore edile e imprenditore di distillati e tanta fortuna per l’Amaro di Siena.
“Io ringrazio tutti e spero di non avervi annoiato nel mio racconto”

No anzi! E’ molto affascinante questa storia, devo dire quando si ritrovano dei documenti dal passato e tornano a rivivere nel presente secondo me è sempre una storia bellissima da raccontare, grazie Daniele!
“Grazie e arrivederci a tutti”

A cura di Elena Conti

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