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“Il male esiste, se non lo racconti crei un inganno”. Intervista con Alessandra Hropich

I mostri esistono – le favole per spaventare i bambini, le più antiche, hanno sempre nascosto una parte educativa – i mostri esistono nella vita reale e possono essere raccontati esattamente con mille episodi. “Il male esiste” ci ha scritto in redazione un’ascoltatrice “e deve essere raccontato a tutti”. L’abbiamo contattata per cercare di capirne di più e così abbiamo conosciuto l’avvocato e scrittrice romana Alessandra HropichSe non lo racconti, crei un inganno – aggiunge -. Se non racconti il male, non permetti alle persone di distinguerlo subito dal bene. Il male non si copre ma si deve scoprire e far conoscere il più possibile”. A tutto questo aveva aggiunto però che raccontare il male del quale viene ed è venuta a conoscenza per la sua attività di avvocato, l’aiuta a dare i contorni alla vera felicità, dichiarandosi fiera di raccontare la verità. Così nell’Intervista della Settimana di domenica 14 maggio, alle ore 12:10 parleremo con Alessandra Hropich del male in molte sue sfaccettature, per riuscire ad aiutare le persone a riconoscerlo e per dare loro gli strumenti per la rinascita e l’inizio di una nuova vita alla ricerca della felicità che chi subisce il male ritiene non sia un suo diritto. “Quando il mostro è il proprio padre. Una storia vera….”; “Vittima di mille ingiustizie. Storie vere di chi la prepotenza , l’ha conosciuta sul corpo” ; “Mostri, il peggio dell’umanità. Dietro le apparenze idilliache, un’implacabile ferocia. Storie vere”, ma anche “La felicità? ve la do io (storie vere) “. Questi alcuni dei titoli dei suoi libri.

                                                                                                                “Quando il mostro è il proprio padre” è la cronistoria nuda e cruda di una famiglia distrutta dalla presenza di un orco dalla crudeltà senza limiti e si pone come un diario degli avvenimenti in cui gli abusi sui minori sono solo uno dei tanti scheletri nell’armadio analizzati. Un libro che, scoperchiando uno dei tanti vasi di Pandora nascosti nelle case del nostro Paese, vuole essere di interesse, sia collettivo, sia per chi sta vivendo un simile trauma, non avendo ancora avuto la forza o il coraggio di ribellarsi ad esso. Corredato da interviste a personalità del mondo ecclesiastico, legale e medico, questa discesa agli inferi nella anormale normalità di una famiglia s’imprime nella memoria. Ricordando al lettore che il male e la sua atroce banalità si nascondono più vicino di quanto si pensi. “Scrivo libri crudi ma veri, ma quando poi mi contattano persone che si sono riconosciute in certi momenti del racconto e trovano il coraggio di cercarmi perchè hanno intuito che si può e si deve reagire, allora capisco che indagare nel male, che è sempre doloroso, ha avuto uno scopo importante”.

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