Per Venerdì 20 maggio presso la Sala dei Mutilati, in Viale Maccari 3, a Siena il Coordinamento Donne della CGIL di Siena e il Coordinamento provinciale delle pensionate SPI CGIL di Siena hanno organizzato una tavola rotonda in cui si metteranno a confronto le testimonianze e le riflessioni di donne provenienti da esperienze diverse, dalle istituzioni alla politica, dall’associazionismo al mondo accademico e sindacale.
“Siamo in un mondo in cui le donne possono ambire ad ogni incarico e ruolo, possono essere inquadrate in ogni livello contrattuale nel lavoro fino alla dirigenza di aziende e pubbliche amministrazioni, – affermano le donne del coordinamento CGIL di Siena – ma la realtà è che le opportunità non sono ancora affatto pari, a partire dall’ambito lavorativo ma non solo”.
“La concezione che vede le donne adatte a certi ruoli e non ad altri, che considera la maternità un problema femminile, che non contempla la condivisione come organizzazione familiare nel lavoro di cura – proseguono – è la stessa mentalità che provoca e giustifica inaccettabili inerzie nell’avanzamento dei diritti e delle tutele per le donne”.
Insieme a Dalida Angelini, Segretaria Generale della CGIL Toscana, ad Anna Carli, Presidente dell’Istituto Superiore di Studi Musicali “Rinaldo Franci” di Siena, alla On. Susanna Cenni, a Serenella Pallecchi, Presidente dell’Arci di Siena, a Gabriella Piccinni, docente di Storia Medievale dell’Università degli Studi di Siena, e ad Anna Maria Romano, Vice Presidente UNI Europa Finance, la tavola rotonda parlerà di donne che hanno compiuto percorsi difficili, ma che con ostinazione hanno raggiunto obiettivi importanti per sé e a beneficio della collettività.
Coordinate dalla giornalista Giulia Maestrini, le ospiti racconteranno la loro personale esperienza, la strada in salita che ognuna si è trovata di fronte e che probabilmente sta ancora percorrendo e le loro considerazioni e contributi alla riflessione che il sindacato deve affrontare per il riconoscimento dei diritti e per il progresso di una società inclusiva e giusta, a partire dall’abbattimento delle disparità di genere.
“Come donne della CGIL – concludono i coordinamenti – ci interroghiamo su quali politiche di inclusione si possano rivendicare e mettere in atto sia nel territorio che a livello nazionale per abbattere le disparità che vedono il contributo femminile scontare sempre una penalità, che è strutturale quanto inaccettabile”.