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“I Cassiopei. Biografie non autorizzate”. Leggendo storie di gatti avventurosi aiutando gatti bisognosi

Francesca Cardelli fa la fotografa, e infatti le fotografie dei gatti che ha realizzato sono capolavori. In questo caso fa anche la biografa, perché ha raccolto le storie e le vite incredibili di alcuni degli ospiti dei Cassiopei, i gatti abbandonati ai quali Cristina e Anna (senza un sussidio uno e solo con l’aiuto di chi le conosce e ama i mici) hanno dato un rifugio (“I Cassiopei”) lavorando, giorno dopo giorno, perché ogni ospite a quattro zampe possa essere adottato da un umano (ce ne sono anche di quelli che dopo aver preso un gattino lo riportano perché si accorgono che è un essere vivente e senziente e non un peluche. Esiste gente così, esiste: credeteci). Il risultato è un delizioso libretto, I Cassiopei (biografie non autorizzate), stampato da Nuova Immagine, e il ricavato della cui vendita andrà interamente a favore della colonia felina.
Chi vuole può seguire queste vite inconsuete: Biagio, inventore del caffè, è stato, in realtà, colui che ha spiegato ad uno smadonnante Newton, colpito in testa da una mela (per di più acerba), la legge della gravitazione. Bernard, ammaliagatte, si ammutina e diventa il secondo del capitano/pirata SirGeorge (con un occhio solo, che ora, acciaccato dalle malattie e consumato dal diabete è sceso a terra e sfida ogni giorno la vita nel suo buen retiro di via dei Baroncelli facendo l’onore alla sottoscritta, allo zio Duccio Balestracci e al fratello Serafino, gatto birbante Cassiopeo pure lui, di servirlo e riverirlo). Poi Vogliano parlare di Henry, il gatto paleontologo che grazie al suo compagno di università, ora capobranco di leoni in Namibia, scopre un intero scheletro di dinosauro? O di Emma, agente dei servizi e protagonista di intrighi sentimental spionistici?
Menelao, poi è il top, con la sua amicizia con uno scrittore cazzoconfuso e ubriacone di nome Jack K., con la sua vita on the road e la capacità di mandare a quel paese la “pentita” Elena che, stufa del moscio Paride, lo circuisce ricevendo in cambio solo un “Elena, my dear, I don’t give a damn” (ma senti un po’ quel Rehtt Butler da chi l’aveva copiata! E pensare che “Via col gatto” è diventato un colossal della cinematografia).
Sfilano poi gli altri protagonisti: Milva, tormentata dalla ancestrale domanda: chi siamo? da dove veniamo? dove andiamo? (UN FIORINO!), Perseo, René, Stregatto, divo con ansia da prestazione, Trilly e Twiggy.
E tutto si conclude con il lungo diario di Dea che scopre che l’oasi dei Cassiopei è, in realtà, un’oasi di amore.
Il delizioso libricino costa 10 euro. Ogni copia venduta è un aiuto a chi continua a dare (e cerca di far dare) amore a queste piccole creature che (non una esclusa) fin qui di amore non ne hanno avuto affatto. Ed è andata ancora bene se non hanno avuto maltrattamenti. Le storie vere dei Cassiopei esistono: ma non fanno sorridere. Anzi, a volte danno il nodo alla gola. Meglio dimenticarle e aiutarli a dimenticarle.

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