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Rifiuti, arrestato il direttore generale dell’ATO Toscana sud. Sei e Sienambiente: “Legittime le nostre azioni”

Turbativa d’asta e corruzione sono le accuse per cui è stato arrestato stamani dalla Guardia di Finanza, il Direttore Generale dell’ATO Toscana Sud, l’ingegnere 50enne Andrea Corti, mentre è stata applicata la misura cautelare dell’interdizione dai pubblici uffici nei confronti di 3 professionisti toscani (M.V. di 52 anni, O.E. di 51 anni e B.M. di 54 anni). Corti è anche docente dell’Università di Siena, insegna nel distaccamento di Arezzo.
L’indagine è iniziata nel 2014 da una segnalazione anonima. Nel mirino delle Fiamme Gialle è finita la gara d’appalto  con cui nel 2013 venne assegnato l’intero ciclo dei rifiuti delle province di Arezzo, Siena e Grosseto, avente durata ventennale, con un costo totale di quasi 3,5 miliardi di euro (oltre 170 milioni di euro all’anno) . Per la Procura di Firenze il bando di gara sarebbe stato tagliato su misura per Sei Toscana, che effettivamente  se l’aggiudicò.
Più nel dettaglio, sulla base di un approfondito esame degli atti di gara, nonché di copiosa documentazione contabile e bancaria acquisita nel corso delle indagini dalle Fiamme Gialle, è emerso che i soggetti indagati avevano concordato preliminarmente – nonostante rivestissero ruoli distinti ed incompatibili – le modalità di dettaglio della procedura (addirittura le domande da rivolgere ai potenziali concorrenti) nonché la stessa materiale redazione di alcuni documenti, strutturando di fatto “su misura” il bando di gara così da favorire la società appaltante. Tra l’altro, con la chiara finalità di scoraggiare eventuali ulteriori concorrenti alla partecipazione della gara per la gestione dei rifiuti urbani, gli indagati avevano inserito nel bando alcune clausole che risultavano particolarmente vessatorie per ogni altra impresa che avesse voluto partecipare alla gara. I guadagni illeciti emersi all’esito delle indagini di cui ha beneficiato il Direttore Generale dell’Ato Toscana Sud sono stati quantificati in oltre 380.000 euro, “compenso” che era stato giustificato contabilmente dagli imprenditori che si erano aggiudicati l’appalto facendoli figurare quali costi sostenuti (fittiziamente) per incarichi di prestazione d’opera professionale o per collaborazione e/o consulenza.

Di seguito la nota di Sei Toscana e Sienambiente:
In merito agli ultimi sviluppi dell’inchiesta, iniziata due anni fa, sulla gara che ha portato all’affidamento della gestione dei rifiuti nell’Ato Toscana Sud, Sei Toscana e Siena Ambiente ribadiscono la massima fiducia nell’operato della magistratura confidando che si faccia tutto il possibile per chiudere celermente e con la necessaria chiarezza questa spiacevole vicenda.
Siamo convinti della legittimità delle nostre azioni e che al termine dell’iter giudiziario sarà accertata la regolarità dell’operato messo in atto dalle due aziende.
Consapevoli di essere solo all’inizio di un percorso che potrà durare alcuni anni e che – ad oggi – non è stata ancora formulata alcuna richiesta di rinvio a giudizio per i nostri manager, chiediamo di utilizzare toni rispettosi verso aziende che assicurano un servizio pubblico importante ad oltre un milione di cittadini e che danno lavoro a circa 1200 persone.
Sei Toscana e Siena Ambiente sono pronte ad affrontare con serenità questo percorso garantendo servizi all’altezza delle aspettative dei cittadini così come sempre fatto in questi anni.
La vicenda non influisce in alcun modo sul servizio quotidiano.

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