Sulla scia delle iniziative a livello internazionale, anche a Siena, gli studenti fanno sentire la propria voce, portando all’interno delle università il dibattito sulla Palestina.
Da lunedì 13 Maggio lo spazio di ingresso del polo Mattioli, sede di giurisprudenza e scienze politiche, è occupato giorno e notte da tende, striscioni e cartelloni degli studenti militanti.
Tra le richieste, un incontro con i rettori dei due atenei senesi, Roberto di Pietra e Tommaso Montanari.
“Vorremmo che entrambe le università, Unisi e Unistrasi, prendessero posizioni nette e trasparenti riguardo ciò che sta succedendo in Palestina e che recidano in maniera completa ogni possibile rapporto con aziende o organizzazioni legate ad Israele e l’industria bellica”. Sono queste le parole della studentessa Mirlinda Mele, attivista militante di Cravos e del comitato Palestina-Siena.
La richiesta di un incontro, previsto ipoteticamente per oggi, è stata tuttavia respinta.
“Esprimiamo condanna nei confronti di Israele per le operazioni militari a Gaza” è la posizione di Roberto di Pietra, rettore universitario di Siena – “ma gli atenei italiani e israeliani devono continuare a collaborare in quanto luogo di dialogo”.
In serata sono attese novità sul fronte studentesco, per capire come muoversi nei giorni futuri.
L’adesione e la tenacia degli studenti è stata a dir poco sorprendente. Durate questi tre giorni non solo si sono svolte proteste, ma sono stati realizzate assemblee, attività e momenti educativi. In programma per oggi, alle 16.00, in concomitanza della giornata per il ricordo della Nakba palestinese, si svolgerà un incontro con la partecipazione di Samah Jabr, psichiatra e autrice del libro “Sumud”.