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Forno crematorio del Laterino, stop della Regione

La Toscana ferma il forno crematorio al Cimitero del Laterino. I tecnici dell’Arpat, dopo un sopralluogo, hanno evidenziato il superamento dei limiti di emissione e la Regione ha emesso un’ordinanza nei confronti della Silve, la società fiorentina che gestisce i servizi cimiteriali, chiedendo una serie di prescrizioni per riaccendere l’impianto. La Silve avrà 60 giorni di tempo per mettersi in regola. “Il nostro allarme, evidentemente, non era ingiustificato”, fa sapere il Comitato Aria Pulita per Siena, che sottolinea come vicino al tempio crematorio ci sono la sede dell’università, una Rsa per anziani, una scuola, un asilo, i giardini dell’Oliveta e tante abitazioni private.

“E’ stata proprio l’amministrazione comunale a coinvolgere Arpat per una valutazione oggettiva delle emissioni: il Comune di Siena prosegue dunque nel monitoraggio quotidiano sulle funzionalità del forno crematorio in gestione a una ditta privata”. Così l’assessore alla sanità e salute del Comune di Siena Francesca Appolloni fa il punto della situazione sul forno crematorio all’interno del cimitero Laterino a Siena.

“Insieme agli uffici – spiega ancora l’assessore – siamo in contatto continuo con la ditta che gestisce la struttura, che al momento, proprio in base alle ultime rilevazioni, non è in funzione. Tornerà ad esserlo solo quando i parametri saranno perfettamente in linea con la normativa vigente. Voglio rassicurare anche i cittadini sui fumi che qualche settimana fa sono stati segnalati sui social: non si è trattato di emissioni nocive, ma di vapore acqueo, come specificato da lettera ufficiale della stessa ditta. Lo stop attuale è arrivato appena i dati hanno raggiunto valutazioni non consone, ma comunque al di sotto delle soglie di emergenza. In seguito ai risultati delle rilevazioni la ditta sta anche installando ulteriori sistemi di monitoraggio per le emissioni, in modo che eventuali criticità, possibili in qualsiasi impianto, siano rilevabili all’istante, permettendo un intervento immediato per la loro soluzione. Inoltre, come già previsto, la stessa ditta ci ha comunicato di aver presentato richiesta per alcune modifiche all’Autorizzazione unica ambientale per un sistema di iniezione al fine di abbattere ulteriormente ossidi di azoto, nonostante i valori limite di questi ultimi siano sempre stati ampiamente rispettati”.

“Allo stesso tempo – continua Appolloni – ci siamo più volte confrontati con il comitato di cittadini nato per monitorare la situazione. Il nuovo forno crematorio è una struttura moderna e tecnologicamente avanzata, la cui costituzione si è resa necessaria per far fronte alle nuove esigenze sociali, anche in sostituzione della vecchia struttura esistente all’interno dello stesso cimitero del Laterino, ormai obsoleta e non più utilizzabile”.

“Il Comune di Siena – conclude Appolloni – mette al primo posto la salute dei cittadini e il rispetto dell’ambiente, solo in seconda battuta arrivano le esigenze, pur legittime, legate alla volontà di cremare i defunti, che pure sono in costante crescita. L’amministrazione, come sempre, si pone a garanzia della comunità, senza percorsi di parte e attivando, come con Arpat, piena collaborazione con gli altri enti chiamati a tutelare l’interesse pubblico”.

Sul tema è intervenuto anche Gianpaolo Camilli (Siena Sostenibile). “Dal momento stesso in cui fu annunciata la costruzione di un Nuovo Tempio Crematorio, distante solo poche decine di metri da quello già esistente all’ interno del cimitero del Laterino – dichiara Camilli – mi sono preoccupato delle possibili ricadute in termini di salute per i cittadini e l’ambiente, dato che si preannunciava un raddoppio del numero di cremazioni. Mi preoccupai di analizzare il progetto presentato dalla ditta costruttrice riscontrando diverse incongruenze. Nel Novembre 2021 promossi insieme ad altri cittadini la nascita del Comitato Aria Pulita per Siena, il cui scopo è di rapportarsi con le Istituzioni per promuovere un continuo monitoraggio delle emissioni dell’impianto e del rispetto dei limiti previsti dalla legge. Al Comitato hanno aderito con interesse cittadini e molte professionalità del mondo universitario e scientifico.

Chiesi inoltre di poter partecipare, continua Camilli, alla Conferenza di Servizi indetta dal Comune proponendomi come interlocutore tra lo stesso, Arpat e ditta costruttrice, per instaurare un proficuo dialogo sulla questione “Crematorio”, ma non sono mai stato invitato a parteciparvi. Con il Comitato abbiamo cercato di tenere alta l’attenzione della città su questo tema, stimolando la crescita dell’interesse dei cittadini.

Le nostre preoccupazioni derivano dal fatto che un così alto incremento delle cremazioni non potesse non avere una ricaduta importante sull’aria in un luogo sensibile come il Laterino: non dimentichiamo infatti che nelle immediate vicinanze ci sono: Università, abitazioni private, RSA, due scuole, alberghi, campi coltivati, orti, vigneti e zone ricreative delle contrade.

I consulenti scientifici che hanno collaborato con noi, continua Camilli di Siena Sostenibile, hanno più volte sottolineato come anche le condizioni atmosferiche influiscono sulla diffusione nell’ ambiente di eventuali residui tossici, rendendo le aree potenzialmente contaminate dalle sostanze sempre più numerose.

In questi mesi molti soggetti vicini alla politica hanno manifestato un interesse sul nostro lavoro, senza mai pronunciarsi in maniera definitiva sull’ argomento; nel Giugno del 2022 siamo stati contattati come Comitato dal Comune nella persona dell’ Assessore competente, che intendeva aprire un tavolo di discussione e di confronto sul tema ma, dopo un primo incontro abbastanza soddisfacente l’interesse e’ notevolmente calato, tanto che dopo il mese di Ottobre i rapporti con il Comune si sono interrotti, salvo segnalare un “ritorno di fiamma” negli ultimi giorni dopo lo spegnimento del forno ordinato da Arpat. Il sospetto che si vogliano cavalcare gli ultimi avvenimenti a fini elettorali è forte.

Dopo che l’Arpat aveva deciso di attenersi ai soli controlli di routine, (contro la richiesta del Comitato di controlli più frequenti), e dopo che il Comune e la società di gestione avevano rassicurato sulla totale sicurezza dell’impianto e rispetto dei limiti, sono stati registrati superamenti dei limiti imposti, cosa che ha portato la stessa Arpat ad ordinare la sospensione dell’attività e di conseguenza la Regione a diffidare la Società che conduce la gestione dell’incenerimento.

Evidentemente alcuni timori e dubbi del Comitato erano legittimi!

Adesso ci sentiamo un po’ meno fiduciosi nei confronti delle parole volte a tranquillizzare l’opinione pubblica, fatte dal Comune, dalla ditta e dagli altri soggetti interessati all’attività del forno crematorio. Anche insieme a Siena Sostenibile, termina Camilli, proseguirà il lavoro per sensibilizzare i cittadini e le istituzioni sui temi della salute, dell’ambiente e della sostenibilità”.

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