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Eugenio Neri: “Amministrazioni impreparate alle nuove norme di lavoro negli ospedali”

Il prossimo 25 novembre sarà un giorno fondamentale per il servizio sanitario nazionale. Da questa data, per adeguarsi ai richiami della UE, tutte le amministrazioni saranno obbligate a garantire direttamente ed immediatamente le tutele in tema di orario di lavoro dei medici. In sintesi queste le norme esigibili sull’orario di lavoro: rispetto del limite massimo di 12 ore e 50′ di lavoro giornaliero; rispetto del limite massimo di 48 ore di durata media dell’orario di lavoro settimanale (compreso lo straordinario); rispetto del limite minimo di 11 ore continuative di riposo nell’arco di un giorno.
Queste norme, sebbene attese da tempo, hanno trovato del tutto impreparate le amministrazioni che finora hanno accettato enormi plus orari dei medici in determinati settori, specialmente in ambito specialistico, allo scopo di mantenere il servizio alla cittadinanza. Dunque la data del 25 novembre non è solo importante per i lavoratori ma anche per i cittadini i quali, in assenza di provvedimenti organizzativi importanti e nuove assunzioni, dovranno, a loro insaputa, accettare il nuovo status quo. Queste mie considerazioni vanno nella direzione della maggiore consapevolezza generale.
In una Azienda Ospedaliera del massimo livello, oltre all’assistenza di base , il cittadino cerca risposte complesse a problemi complessi : questa si chiama medicina (o chirurgia specialistica). In alcuni reparti esistono profili professionali dedicati alla cura di patologie complesse e questi sono i cosiddetti “ultra-specialisti”. Poter dispiegare questi medici in ogni condizione, specialmente in urgenza , fa la differenza per il paziente ma anche dal punto di vista territoriale, dove l’utente trova una risposta a “ Km zero”. Parlando del nostro dipartimento (non per vantaggio ma per migliore conoscenza) esistono almeno quattro equipes reperibili: una dedicata ai trapianti di cuore e cardiochirurgia, una dedicata ai trapiati di polmone e chirurgia toracica, una dedicata alla chirurgia vascolare ed una dedicata ai grossi vasi e dissezioni aortiche. Questa collezione di piccole equipes difficilmente intercambiabili offre la copertura alle esigenze del territorio e di area vasta.
Ognuno dei professionisti che vi lavora accumula da sempre plus orari di centinaia di ore all’anno (non riconosciuti o cancellati) e decine di giorni di ferie non godute. Per analogia questo succede un po’ in tutti i reparti.
Non credo che i professionisti non sentano la necessità di rientrare in parametri lavorativi “normali” ma se lo fanno è perché si sentono moralmente impegnati in assenza di alternativa. D’ora in poi questo non sarà possibile e dunque è realistico immaginarsi una contrazione dei servizi che seppur effettivamente garantiti non verranno gestiti, specialmente in urgenza/ emergenza da specialisti formati ad hoc per quello specifico problema. Dunque è necessario che le aziende decidano coraggiosamente su quali settori investire e lì ( e non nei muri di un nuovo ospedale!) impegnare risorse con la massima urgenza. Siena non può rinunciare al suo ruolo di massima specialità ( è l’unica ad avere certe tipologie di trapianto!) ed in questo la città deve mostrarsi ferma.
Infine una riflessione intima, con la quale penso di interpretare il pensiero di molti colleghi medici, specialisti e ultra-specialisti, che in questi anni hanno dimenticato gran parte della loro vita extra ospedaliera per dedicarsi a tempo pieno alla cura dei pazienti. Personalmente, pur essendomi battuto lunghi anni per il riconoscimento del nostro extra-lavoro, come medico non mi considero un “turnista”: trovo umiliante interrompere un intervento in corso o non lavarmi in una urgenza, perché si violano leggi europee. Io con il giuramento di Ippocrate mi sono impegnato eticamente e non politicamente ( o sindacalmente) e dunque, in attesa che arrivino altri specialisti formati nella nostra specialità e ci sollevino dagli attuali carichi di lavoro, non abdicherò alla qualità di servizio che finora assieme, ai miei due colleghi della chirurgia delle dissezioni aortiche abbiamo garantito anno dopo anno 24 ore al giorno, con sacrificio, scienza e dedizione.

Eugenio Neri

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