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Enrico Rossi e Roberto Speranza presentano a Siena i candidati di “Liberi e Uguali”

La campagna elettorale è entrata ufficialmente nel vivo con la presentazione dei candidati senesi al Parlamento. Un incontro, che va a concludere una giornata iniziata a Firenze con Pietro Grasso, che ha saputo raggiungere il cuore e le orecchie di tantissime persone. La sala di Palazzo Patrizi, infatti, era stracolma. In tantissimi si sono dimostrati interessati ad ascoltare quello che la nuova lista elettorale, la vera novità di questa campagna elettorale, aveva da dire ai cittadini. Le voci sono state quelle del leader nazionale Roberto Speranza, candidato al collegio plurinominale, Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, Fulvio Mancuso, candidato al collegio uninominale e Loriana Bettini, candidata anche lei al collegio plurinominale di Siena, Arezzo e Grosseto.

Enrico Rossi, presidente Regione Toscana: “Ci riproviamo a dare al Paese una sinistra degna del suo nome. Se abbiamo sbagliato è perché pensavamo che potesse essere il meno peggio, lo abbiamo fatto in buona fede e siamo impegnati per rimediare agli errori fatti e ridare una speranza. C’è bisogno di una sinistra che faccia fino in fondo le battaglie per le uguaglianze, per i diritti. Qui al mio fianco ci sono persone meritevoli che verranno apprezzate da chi è alla ricerca di riferimenti sicuri. Questo cammino non è facile, ci vorrà costanza, generosità, capacità di ascolto, bisogna guardare al futuro con umiltà e rispetto tra di noi.”

Loriana Bettini: “Ci sono una serie di ostacoli nella nostra società che nessuno si è preoccupato di rimuovere, su questo la politica ha mancato. Uno fra tanti nel mondo dell’istruzione: la scuola di oggi mira sempre di più a diventare professionalizzante ma sempre meno un luogo di cultura, luogo dove si insegna la democrazia e ad essere cittadini. Da figlia di operaio che aveva l’illusione di poter accedere a tutto, mi sono dovuta scontrare con il precariato, che ai miei tempi non era così feroce come oggi ma era pur sempre esistente. Questo Paese non ha mai avuto un’idea di pubblica amministrazione che tutelasse le persone che vivono del proprio stipendio o pensione. I servizi sono sempre più deboli. Oggi mi ritrovo a lavorare con stagisti, tirocinanti, tutte forme che non sono altro che sfruttamento gratuito delle risorse migliori. La triste verità è che questo paese ha rinunciato a crescere. O ancora, siamo un Paese che si riempie la bocca con la parola famiglia ma non abbiamo leggi che tutelano le donne in maternità. Con il mio lavoro entro ogni giorno in contatto con tanti minori non accompagnati, ai quali il sistema di tutela attuale non consente di dare un valido aiuto. Vi invito ad avere il coraggio di guardare al di la della vostra paura, che il punto su cui la destra fa forza, perché la possibilità che abbiamo è quella di conoscerci e costruire un futuro insieme. Ecco questo progetto mi riempie il cuore, mi dice cose che da troppo tempo avevamo paura di affermare. Il futuro è un’altro: io rivoglio la scuola pubblica, la sanità pubblica e la dignità al lavoro.

Per concludere voglio citare qualcuno più importante di me: le cose possibili li può fare chiunque, la politica deve avere il coraggio di proporre quello che è impossibile fare.

Mancuso: Sono contento che ci siano Roberto ed Enrico qui oggi perché sono stati tra i primi che, di fronte ai guasti della società che aveva smarrito un paradigma profondo, hanno capito che il che ci dovesse essere un progetto complessivo e nuovo. Io non sono nato a Siena ma l’ho scelta, qui ho studiato, qui leggendo la Costituzione, lo Statuto dei lavoratori, mi sono formato in uno spirito democratico di cui ciascuno di noi può e deve essere testimone ogni giorno. Siena è una città di 50mila abitanti, quasi quanto un quartiere di Roma, che prima si reggeva su un sistema bancario ormai crollato, e che ora si deve vedere in una nuova prospettiva guardando e puntando sui propri punti di forza. Dobbiamo quindi costruire un livello di attrattiva che punti a mostrare un modello alternativo, facendoci portatori di un bagaglio di valori abbandonati ormai da anni. Il nostro impegno inizia ma non finisce il 4 di marzo. Insieme potremmo davvero organizzare qualcosa di buono.

Speranza: Per capire chi siamo bisogna partire dal sistema di valori che vogliamo rappresentare, e sono per me valori universali che però rischiano di non avere rappresentanza. Liberi e Uguali nasce per questo. Abbiamo delle parole fondamentali, come il lavoro. In un Paese dove la precarietà è ormai la regola e il lavoro un dramma per molti, noi abbiamo delle proposte che vanno verso una maggiore sicurezza e stabilità. Oggi si stanno mettendo in discussione anni di battaglie e la civiltà stessa del lavoro ne sta pagando le conseguenza e questa storia dei braccialetti ne è l’emblema. C’è bisogno di una forza politica nuova, forte. Si vive in una dimensione di insicurezza. Vorrei una società che si fa carico di queste complessità, una società più giusta, più equa. Dietro il nostro slogan “Per i molti, non per i pochi” c’è un’idea di società, in cui nessuno resta indietro e si allargano le possibilità di tutti. Lo scenario che oggi abbiamo davanti mostra il ritorno della peggior destra, i M5S hanno una rabbia che non riescono a tradurre in un progetto ma che resta rabbia e non crea cambiamento, e poi c’è il Pd che ha negato grande parte dei valori per cui era nato, diventando copia sbiadita del peggior berlusconismo. Se questa è la fotografia dell’Italia sulle nostre spalle grava una grande responsabilità”.

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