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Enrico Rossi a Siena contro le frodi alimentari. Poi incontri con GSK e studenti Erasmus

Prevenire e reprimere le frodi agroalimentari rafforzando le attività di controllo esercitate dai dipartimenti di prevenzione delle Asl e delle Procure. E’ quanto si propone il protocollo d’intesa firmato oggi a Siena dal presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, e dai procuratori della Repubblica delle quattro province che rappresentano l’ambito territoriale di competenza: Siena, Firenze, Arezzo e Grosseto.

Dopo il colloquio con i vertici aziendali il presidente Rossi ha incontrato anche la Rappresentanza sindacale unitaria di GSK alla quale ha ribadito l’attenzione della Regione Toscana nel seguire le vicende della multinazionale del farmaco, fino alla recente acquisizione di Novartis.
“Siamo in contatto costante sia con l’azienda che con il Comune – ha precisato Rossi – che sta predisponendo la variante che consentirà alla GSK di effettuare in quest’area ulteriori investimenti consolidando la propria presenza con riflessi positivi sui livelli occupazionali”.
Il presidente ha detto che la Regione sta organizzando un osservatorio sugli andamenti industriali che avrà tra l’altro il compito di cercare di prevenire le crisi aziendali e si è detto ben disponibile a stabilire contatti diretti e periodici con le organizzazioni sindacali e aziendali.

Gli incontri senesi del Presidente della Regione sono poi proseguiti con un colloquio insieme ad un gruppo di studenti Erasmus, seduti al sole sugli scalini di pietra serena, di fronte a Fonte Gaia, il capolavoro rinascimentale di Jacopo della Quercia che orna piazza del Campo a Siena. È così che il presidente della Regione, Enrico Rossi, ha voluto trascorrere le ore in cui in tre città toscane si svolgevano i funerali delle tre ragazze vittime del terribile incidente in Spagna.
Un colloquio sereno, pacato e amichevole per capire perché Chiara, laureata in economia e volontaria di ESN (Erasmus student network) Italia, dice di avere “tanta paura e preoccupazione a spostarsi in Europa” aggiungendo però che anche lei farà l’Erasmus, ma che “chi ha cultura comprende che non è il terrore il modo per far conoscere le proprie ragioni” e che nei terroristi trova invece “tanta ignoranza”.
Insieme a lei Angela, che è di Perugia e Raffaella, che viene dalla costiera amalfitana, con Sergio, di Taranto, coordinatore del gruppo di volontari che per ESN Italia si occupano, gratuitamente, dell’accoglienza di studenti da tutto il mondo. Il network di cui fanno parte è il più grande in Europa, presente in 38 Paesi con 500 sezioni. L’Italia, con le sue 49, è lo Stato che ne ha di più.
“Siamo studenti che aiutano studenti”, spiega Sergio, “In quell’autostrada poteva esserci chiunque, ma ci ha toccato profondamente che ci fossero volontari della nostra sezione. Abbiamo ricordato le nostre amiche scomparse mercoledì sera qui, in piazza del Campo, con un minuto di silenzio e le candele accese. Erano là per vivere l’esperienza più bella della loro o vita. Del resto siamo la generazione Erasmus e crediamo nel valore più alto della cittadinanza europea”.
E a loro Rossi ha detto di essere convinto che la via di uscita dal terrorismo “è avere un governo, un esercito, un’intelligence ed una politica estera europee” e che il terrorismo si vince “se siamo capaci di isolarlo e di isolare chi lo finanzia e se ne serve. È l’unica prospettiva che abbiamo” senza dimenticare che aiutare i Paesi che sono più indietro è un dovere morale ma è anche utile, perché “se offriamo ai giovani prospettive di lavoro e sviluppo, il fondamentalismo non attecchisce”.
L’incontro si è poi concluso con un invito a fare insieme un viaggio a Bruxelles per un omaggio alle vittime davanti ai luoghi degli attentati, e per un prossimo incontro in Regione, accompagnato da un presidenziale, “credo molto nella vostra generazione”.

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