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E’ arrivato l’atteso momento dell’inaugurazione della Torre di Montalceto

E’ stata inaugurata al termine dei lavori di recupero e di restauro la Torre di Montalceto nel territorio del comune di Asciano. Il taglio del nastro, alla fine dell’intervento, è stato effettuato alla presenza delle autorità.
Erano presenti all’atteso momento il sindaco di Asciano Paolo Bonari, la delegazione Fai di Siena che ha portato avanti il progetto con Donatella Capresi, l’ex presidente della Fondazione Montalceto Andrea Moscadelli e altri personaggi che sono stati coinvolti nella ristrutturazione.
Grande soddisfazione è stata espressa per il recupero di un bene storico tanto importante per la comunità ascianese. Dopo l’inaugurazione è stato possibile effettuare le prime visite alla Torre.
Ecco qualche cenno storico sulla Torre di Montalceto. Nel XII secolo la signoria di Montalceto apparteneva al ramo dei Cacciaconti della Scialenga, che poi prese il titolo da un Conte Barotu, signore di Castel Baroti vicino ad Armaiolo. I Cacciaconti persero la signoria di Montalceto a favore della Repubblica di Siena che, nel 1208, vi insediò un fiduciario. A causa di insubordinazioni, nel 1274 la Repubblica decretò la demolizione delle case e di ogni sorta di fortilizio che fosse stato in Montalceto. Pertanto si presume che la torre esistente tuttora sulla sommità del monte, sia stata ricostruita verso la metà del secolo XV.
Nel 1521 fu donato dalla Repubblica al nobile Niccolò Borghesi, i cui discendenti ne fecero buon uso per molti anni. Estinta questa casata, Montalceto ritornò alla comunità di Asciano, in seguito divenne proprietà delle monache di Santa Chiara di Siena e da queste, con la soppressione (1808), Montalceto passò al demanio che lo vendette nuovamente a privati.
La torre costruita verso la metà del XV secolo è di forma quadrangolare con basamento a scarpa abbastanza accentuato. Sul lato destro, rispetto all’ingresso, si notano i resti di un probabile cortile o rimessaggio per cavalli. Tutt’intorno è facile individuare file di sassi e resti di laterizi che fanno comprendere come qui doveva sorgere un villaggio di ampie dimensioni, che ricopriva tutto l’altipiano. Sulla porta architravata, si può notare l’impronta di un arco ogivale da cui si sono distaccati i conci. L’interno a piano terra ha una volta a botte, lavorata con delle pietre poste di taglio come fatti di laterizi. Un’apertura sulla parete di fondo fa pensare ad una possibile finestra. Nel lato nord, poste una sopra e una sotto rispetto alla finestra centrale, si notano due feritoie con fori rotondi simili alle feritoie di difesa per archibugio. Nell’insieme, la torre è possente e ben strutturata.

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