«Ho piena fiducia in tutta l’équipe di Ostetricia e Ginecologia guidata dal professor Severi, che ha seguito la donna con grande professionalità, piena disponibilità e sostegno”. Interviene così Valtere Giovannini, direttore generale Aou Senese, sul caso della morte di un feto in una donna giunta al termine della gravidanza, precisando che il feto era già deceduto quando la signora è arrivata in ospedale. “Comprendiamo la necessità di fare chiarezza sulle cause che hanno portato alla morte intrauterina, una situazione clinica non prevedibile e che ha un’incidenza di circa 3 casi su mille nati – aggiunge Giovannini. I risultati del riscontro diagnostico sul feto sono importanti anche per fornire corrette informazioni alla coppia per gravidanze successive”. La coppia di giovani genitori ha presentato un esposto alla Procura per fare chiarezza su quanto accaduto.
Secondo l’Aou Senese si è trattato quindi di un evento imprevedibile e imprevenibile, che ha portato alla morte del feto senza segni premonitori rilevabili dagli esami precedentemente effettuati, in particolare dall’esame cardiotocografico effettuato l’11 gennaio, risultato nella norma.
La cardiotocografia è un esame non invasivo, che ha valore nel momento in cui viene fatto e non è predittivo, cioè non è in grado di consentire anticipazioni e previsioni.
La morte intrauterina, chiamata MEF – morte endouterina fetale, può avere diverse cause tra cui malattie congenite, infezioni, anomalie del cordone ombelicale che causano asfissia acuta per mancato apporto di ossigenazione al feto, non prevedibili con nessun esame.