Trovarsi agli arresti domiciliari con un braccialetto elettronico avvinghiato alla caviglia non è particolarmente comodo ne simpatico, ma è sempre meglio che vivere dietro le sbarre di un carcere. Per quanto questa semplice considerazione debba considerarsi connaturata al pensiero delle persone di buon senso, esiste chi per devianza, senso di impunità o ribellione, proprio non ne vuol sentire di rigare diritto. Giusto ieri, alla centrale operativa che gestisce da Roma i GPS collegati ai braccialetti elettronici, giungeva una segnalazione di malfunzionamento, proveniente dall’apparato elettronico che gestisce un uomo ristretto agli arresti domiciliari in Monteroni D’Arbia. Immediatamente veniva allertata la centrale operativa dei Carabinieri di Siena che inviava una pattuglia radiomobile dell’Arma a verificare cosa fosse accaduto. In effetti il braccialetto non era più nella sua posizione canonica attorno alla caviglia dell’uomo. Naturalmente i militari dell’Arma erano indotti a pensare che il loro interlocutore se ne fosse disfatto per lasciare il cilicio a casa, durante qualche indebita passeggiata all’esterno, rivolta magari a commettere reati con tanto di alibi incorporato al raggiro. Al cospetto dei Carabinieri il prigioniero non si perdeva d’animo e, fedele al motto molto in voga negli ambienti delinquenziali, per cui negare sempre è produttivo, andava a sostenere di fronte ai diffidenti investigatori, di aver perso quel fastidioso attrezzo nell’uscire dalla cabina doccia, in quanto il braccialetto si era agganciato, non si sa come, a una delle paratie scorrevoli e aveva rischiato anche di farlo cadere. Ancora un po’ e il detenuto sarebbe andato a fare causa al Ministero della Giustizia per quel malaugurato incidente. Fatto sta che non gli ha creduto nessuno. L’apparecchio è stato ripristinato per svolgere le proprie funzioni attorno alla caviglia del probabile aspirante all’evasione, che forse ora dovrà inventarsi un altro sistema per sottrarsi al controllo. Benché di fatto non vi siano prove per dire che sia mai evaso dagli arresti domiciliari, nessuno ha potuto sostenere di averlo visto fuori casa, nemmeno i Carabinieri che lo hanno controllato, ora il detenuto rischia la revoca del beneficio degli arresti domiciliari se il giudice dovesse ritenere che egli si stesse preparando ad una evasione, come è verosimile pensare. In ogni caso si può dire che quel braccialetto abbia compiuto egregiamente le proprie funzioni, ponendo gli organi di controllo nelle condizioni di verificare un comportamento anomalo del destinatario del provvedimento restrittivo.
Detenuto ai domiciliari, tenta di rimuovere il braccialetto elettronico
18 Novembre 2016
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