Confindustria Toscana Sud si fa ancora una volta artefice di un importante studio riguardante la fiscalità in particolare concentrandosi sulla tassazione dei tributi locali legati ai rifiuti.
E’ stato presentato oggi alla presenza del Presidente Andrea Fabianelli, lo studio che mira ad evitare che le imprese siano sottoposte ad un duplice onere derivante dall’assoggettamento delle superfici aziendali e dal costo dello smaltimento dei rifiuti che si formano su dette aree.
Già il D.lgs. n. 507 del 1993 stabiliva l’intassabilità delle aree produttive dove di regola si formano rifiuti speciali, tossici, o nocivi al cui smaltimento provvedono a proprie spese i produttori stessi.
Recentemente la legge 27/12/2013 n. 147 (legge di stabilità 2014) ha riconfermato questo principio, ribadito successivamente anche in una risoluzione del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 9/12/2014 e avvalorato nel corso degli anni da un consolidato orientamento della Magistratura.
Confindustria Toscana Sud ha posto al centro della questione la disciplina dei Regolamenti comunali e la loro conformità alle norme nazionali vigenti soprattutto nella parte in cui definiscono la materia dell’assimilazione dei rifiuti speciali agli urbani.
A questo proposito ha inoltre sollecitato, più di un anno fa, i Comuni dell’ATO Toscana Sud a verificare l’adeguatezza dei loro Regolamenti e la loro conformità alle norme nazionali, sul presupposto che tale aspetto influenza l’applicazione della tassa, producendo in molti casi effetti distorsivi nelle condizioni di tassabilità delle superfici aziendali.
Il quadro che è risultato in esito alla ricerca è caratterizzato da una forte diversificazione di situazioni sulla quale incide evidentemente la perdurante assenza a livello nazionale di linee guida sui criteri di assimilabilità chiari e definiti.
Soltanto un terzo dei Comuni che fanno parte di ATO Toscana Sud (Arezzo, Grosseto, Siena) risulta aver assimilato correttamente i rifiuti speciali non pericolosi agli urbani, in conformità alle disposizioni nazionali: solo il 28% risulta conforme, il 72% non conforme.
Conseguenza delle difformità dei Regolamenti è un contesto di disparità di trattamento con effetti distorsivi sul mercato e sulla concorrenza per condizioni di tassabilità diverse, a parità di situazioni aziendali.
Contribuisce a rendere ulteriormente disomogenea l’applicazione, l’adozione delle riduzioni forfettarie delle superfici tassabili adottate autonomamente dai singoli Comuni, piuttosto che la loro integrale esclusione dalla tassazione.
Oggetto della ricerca è stato altresì il confronto sulla variazione tariffaria per le utenze non domestiche dal 2013 al 2016. L’esito rilevato è un incremento sensibilmente elevato; per tutte e tre le province si è verificato, nel periodo, un aumento medio, seppure diversificato, di +15%. Il confronto mette in evidenza il risultato non certo incoraggiante ottenuto dopo il passaggio al Gestore Unico.
Per quanto riguarda i capoluoghi di Provincia, confrontando le tariffe in valore assoluto, Arezzo risulta avere le tariffe più basse per tutte e 30 le categorie di utenze non domestiche; Siena le più elevate per quasi tutte le categorie di utenze non domestiche; Grosseto si colloca in una posizione intermedia. Al contrario risultano conformi i Regolamenti Tari di Siena e Grosseto, non conforme Arezzo.
A confermare l’incessante aumento dei costi per la gestione dei rifiuti è anche il confronto tra la relazione annuale di ATO Toscana Sud relativa al 2013 con quella del 2014: sia i costi del servizio per abitante [€/ab] che i costi del servizio per tonnellata [€/ton] sono cresciuti in media di +13% dal 2013 al 2014 e si collocano in un contesto, come quello toscano, che già risulta uno dei più elevati d’Italia.
Confindustria Toscana Sud ha da tempo avviato una serie di iniziative a livello istituzionale, compreso l’Assessorato competente della Regione Toscana, per disporre di regolamenti che disciplinano la materia conformi ed omogenei e rendere uniforme ed equa sul territorio regionale l’applicazione della tassa.