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Confesercenti Siena: “Le linee guida Inail spingono molti bar e ristoranti senesi a non riaprire”

A Bolzano ristoranti pronti ad accogliere i primi clienti. Distanza minima di due metri tra i tavoli, 11 maggio 2020. ANSA

Oggi l’Inail ha diffuso le linee guida per la riapertura della ristorazione. Ma  sono regole inapplicabili, che riducono la capienza media dei locali ad un terzo di quella potenziale. Di fatto è un invito a stare chiusi”. Così Leonardo Nannizzi, Presidente provinciale di Confesercenti Siena, commenta le indicazioni emerse in giornata:  norme molto rigide, spesso anche confuse, peraltro elaborate senza coinvolgere gli imprenditori del comparto. “La dimensione media di un ristorante, in Italia, è di 80 metri quadrati. Secondo le linee guida, questo comporta una capienza sufficiente per appena 20 persone – evidenzia Nannizzi –  sono chiaramente condizioni antieconomiche che impediscono di spingere per la riapertura,  a meno di non raddoppiare i prezzi attuali. Non solo, pur mancando le condizioni per riaprire,  non si può licenziare. Una situazione insostenibile”.

L’aggiornamento di oggi preoccupa la ristorazione senese, unitamente alla  grave assenza di novità  rispetto alla richiesta di superare la presunzione aprioristica di responsabilità penale sugli imprenditori, qualora  si presenti un potenziale caso covid-19 nell’aziend,a la cui origine sarebbe comunque tutta da dimostrare.“ Le linee Inail lasciano anche molti punti in sospeso – aggiunge Nannizzi – come si calcola la distanza minima per le persone sedute allo stesso tavolo? Le regole di distanziamento valgono anche per l’esterno del locale? Chi certifica o comunque dà un’indicazione su quali dispositivi di schermatura è possibile installare? Se questi nodi non verranno sciolti e le regole non cambieranno molte imprese del settore, anche a Siena e provincia, dovranno scegliere di restare chiuse,  piuttosto che lavorare in perdita. Chiediamo al governo di predisporre nuovi e sostanzio aiuti economici a fondo perduto per gli operatori che non riapriranno, non basteranno certo i 600 / 800 euro a salvare la ristorazione senese ed italiana”.

 

 

 

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