Ancora un caso di truffe, stavolta online, risolto dalla Polizia di Stato.
Gli agenti del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Chiusi- Chianciano Terme hanno arrestato ieri in flagranza di reato, per tentata truffa in concorso, per l’acquisto di un Rolex un uomo di 44 anni e denunciato la presunta complice di 23 anni, entrambi italiani.
I poliziotti, impiegati in servizio di pattuglia appiedata, nel sempre più stringente controllo del territorio finalizzato alla prevenzione e repressione di reati predatori, hanno notato in prossimità dell’ingresso di una banca due uomini che, dopo essersi incontrati, si scambiavano un piccolo foglio di carta che all’apparenza sembrava un assegno.
Chi lo aveva ricevuto ha iniziato a controllarlo attentamente, così l’atteggiamento dei due ha insospettito gli agenti che hanno deciso di procedere ad una verifica.
Dagli accertamenti svolti sul momento è emerso che tra i due si stava concludendo una compravendita di un orologio “Rolex” che era stato messo in vendita su un apposito noto sito internet al prezzo di 8800, poi trattato a 8500 euro.
L’assegno “non trasferibile”, emesso il 20.11.2024 da una banca della provincia di Bologna, appena ricevuto dal sedicente acquirente, è stato quindi consegnato dal venditore agli agenti.
Dai documenti di identità esibiti inoltre l’acquirente risultava nato a Roma e residente a Bologna, ma lo spiccato accento campano con cui si esprimeva, ha ulteriormente insospettito i poliziotti che hanno voluto approfondire il controllo in Ufficio.
Al Commissariato, dopo un primo momento in cui ha insistito nel confermare le proprie generalità che sosteneva essere corrispondenti al documento mostrato, incalzato dagli agenti, il presunto acquirente del costoso orologio ha ammesso di aver fornito una carta di identità falsa, dichiarando la reale identità e residenza, a Casoria in provincia di Napoli.
Il 44enne, ha poi raccontato di essersi recato a Chiusi, con la compagna che lo stava attendendo in auto, nel tentativo di acquistare il Rolex raggirando il venditore.
Dalle ulteriori verifiche sul suo conto, sono emersi anche alcuni provvedimenti restrittivi emessi nei suoi confronti, come la misura cautelare del “Divieto di Dimora” nella Regione Campania, notificatagli all’uscita dal carcere lo scorso mese di ottobre.
La vittima della tentata truffa, ha poi raccontato agli agenti che nei giorni scorsi aveva pubblicato un annuncio sul noto sito web per la vendita di un Rolex Explorer 2 e, poco dopo, era stato contattato tramite social da un sedicente acquirente.
Da successivi accertamenti presso la sede centrale della Banca sono emersi altri particolari utili per definire la falsità dell’assegno.
Effettuati accertamenti anche sulla carta di identità esibita, è risultato che negli archivi dell’anagrafe del Comune di Bologna non vi era traccia del documento né dell’intestatario.
L’uomo, pertanto, è stato arrestato per concorso, con la propria compagna, denunciata in stato di libertà, per il reato di truffa, nonché per possesso ed uso di documento di identificazione falso e falsa attestazione e dichiarazione a pubblico Ufficiale.
Il 44enne, trovato anche in possesso di una modica quantità di sostanza stupefacente, è stato anche segnalato per uso personale.
Il Questore Angeloni ha emesso nei suoi confronti la misura di prevenzione del divieto di ritorno dal Comune di Chiusi per 3 anni.
Oggi, a seguito del giudizio, l’arresto è stato convalidato e il GIP presso il Tribunale di Siena ha disposto la misura del divieto di dimora nel territorio della Regione Toscana e dell’obbligo di presentazione quotidiana alla Polizia Giudiziaria del luogo di attuale domicilio.
La Polizia di Stato raccomanda a tutti di prestare attenzione, nella consapevolezza che nell’era digitale acquisire informazioni dettagliate sulle vittime e clonare una pagina web o un profilo è facilissimo, evidenziando che qualsiasi procedura anomala, soprattutto se appare vantaggiosa e ci spinge ad agire in tempi ristretti, deve metterci in guardia e indurci ad adottare semplici, ma fondamentali comportamenti di verifica e notiziando subito le forze dell’ordine.
Si rappresenta che il procedimento penale verte nella fase delle indagini preliminari e che, per il principio della presunzione di innocenza, la responsabilità delle persone sottoposte ad indagini sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna.