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Centauro morto a Castellina in Chianti, lo sconcerto degli amici

Ha destato profondo sconcerto in città la morte di Nicola Mencarelli, il 31enne deceduto ieri in un incidente accaduto sulla strada che da Poggibonsi porta a Castellina in Chianti, in località Pestello. Un terribile schianto tra la Ducati guidata dal giovane centauro e un’auto condotta da un 19enne di Poggibonsi, che è rimasto ferito e trasportato in ospedale, ma non è in pericolo di vita. Da una prima ricostruzione sembra che l’impatto sia avvenuto subito dopo l’immissione sulla strada della macchina uscita da una piazzola di sosta, ma la dinamica è comunque al vaglio dei carabinieri. Il ragazzo viveva in Valdelsa con la fidanzata, ma era molto conosciuto a Siena, anche perchè giocava da tempo nella squadra di calcio del Vico Alto, era il portiere. I suoi compagni di squadra e amici hanno voluto ricordarlo con questo commovente messaggio postato sulla pagia Facebook del Vico Alto
A NICOLA
VICO ALTO·DOMENICA 19 FEBBRAIO 2017

Era soltanto giovedì sera. E dopo l’ennesima vittoria sofferta, in pieno stile Vico Alto, era entrato negli spogliatoi festante, intonando lui per primo i cori di giubilo per il sorpasso in classifica a lungo rincorso.
Nicola aveva il classico carattere da portiere. Un po’ matto, forse, eppure capace di tirar fuori all’improvviso un guizzo inaspettato. In questi tre anni nei quali ha giocato con noi, se c’è una cosa che abbiamo capito di lui, è che Nicola aveva un cuore grande. Così grande che a volte in campo esagerava con gli atteggiamenti. Tante volte abbiamo discusso, litigato, sbraitato. Anche aspramente. Negarlo, adesso, sarebbe una mancanza di rispetto. Eppure a Nicola abbiamo sempre voluto bene, cercando in ogni situazione di aiutarlo e di supportarlo. Un vero e proprio lavoro di squadra che stava cominciando a dare i suoi frutti, anche grazie a lui e ai suoi sforzi.
Nicola giovedì sera ha salvato il risultato parando con il piede un tiro insidioso a incrociare. Quello stesso piede con cui cambiava le marce della sua Ducati, un’altra delle sue passioni assieme al calcio e alla Roma. Ecco, la Roma. La viveva in maniera viscerale, alla sua maniera. Spesso, nelle tante cene post-partita che si prolungavano fino a tardi (nonostante ognuno di noi dovesse alzarsi presto al mattino), ne discutevamo. Ognuno schierato nel suo avamposto di tifoso incallito. Gli interisti della squadra, ma anche gli juventini e i milanisti, lo prendevano in giro dandogli del laziale. Una volta a Natale, per scherzo, avremmo voluto regalargli delle mutande biancocelesti. Non abbiamo avuto il coraggio di farlo. Chissà che fine avrebbero fatto. Chissà che fine avremmo fatto noi dopo avergliele consegnate.
E chissà dove sei adesso, Nico. In momenti come questi si rimane sconvolti, senza parole. E sembra che ogni parola sia inutile e banale, persino cinica e irrispettosa. Sembra quasi che ogni cosa perda di significato e che l’unica azione da mettere in atto sia quella di chiudersi nel proprio silenzio. A volte, però, le parole possono servire a lenire il dolore. Non a cancellarlo, ma almeno a farci forza. Te ne sei andato in un attimo, poche ore dopo aver giocato quella che nessuno sapeva essere l’ultima tua partita con la maglia del Vico Alto. Eri il nostro portiere. Non certo Buffon, e neanche Szczesny. Così come noi non eravamo e mai saremo Bonucci o Manolas. Eppure ci volevamo bene, insieme scendevamo in campo per superare le difficoltà e sconfiggere ogni avversario. Adesso, battere il dolore sembrerà impossibile.
Ma dovremo provarci, Nico. Così come in campo provavamo a rialzare la testa, insieme, dopo ogni gol preso. Ci arrabbiavamo, imprecavamo, ma sempre con l’obiettivo di tornare all’attacco. E tu col tuo vocione da dietro ci richiamavi, ci incitavi, ci rompevi le scatole per farci sputare anche l’ultima goccia di anima. Era solo calcio amatoriale, eppure era una metafora della vita. Che ci impone di andare avanti, sempre. Anche in momenti come questo. Ci fermeremo a ricordarti, non proveremo neanche per un attimo a dimenticarti. Questa è la nostra promessa e il nostro grazie, sincero, per il pezzo di vita che abbiamo trascorso insieme.

Ciao Portierone,
e sempre Forza Vico Alto

(Nella foto la moto dopo l’incidente)

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