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Calo demografico, in un anno 2.560 persone in meno in provincia di Siena

La provincia di Siena ha perso circa 2.560 persone in un anno. Al 1° gennaio 2022 i residenti sono 261.209, in calo di quasi l’1% rispetto a dodici mesi prima. Numeri leggermente peggiori rispetto alla media regionale (-0,8% e quasi 30.000 toscani in meno), con Prato (-2,69%) e Firenze (1,12%) che sono le province col calo demografico più marcato e Pistoia (-0,29%) e Pisa (-0,23%) quelle che hanno retto meglio in uno scenario in cui nessuna delle province toscane ha guadagnato residenti.

Lo scenario è stato tracciato da Coldiretti Toscana sulla base dell’ultimo censimento Istat che conferma una regione sempre più vecchia con il 26,1% di residenti con 65 anni o più contro il 25,8% dell’anno prima proprio mentre la popolazione più giovane continua a diminuire. Trend che vale sia per la popolazione residente di età compresa tra 0 e 14 anni (11,9% contro il 12% di un anno prima) sia per i residenti compresi nella fascia di età tra 15 e 64 anni (62,1% contro il 62,2% del 2021). La riduzione più vistosa riguarda i residenti stranieri che sono passati da 425.931 a 406.508: – 4,56%.

“Il costante e progressivo invecchiamento della popolazione lo notiamo soprattutto nelle aree rurali e più marginali del nostro paese dove questo fenomeno ha portato in un decennio alla drastica riduzione del 44% delle persone tra 15 e 39 anni residenti. – spiega Fabrizio Filippi, Presidente Coldiretti Toscana – Le ragioni della fuga dalle campagne dei giovani e delle loro famiglie sono legate al digital divide, agli storici ritardi sull’accessibilità e ai collegamenti con le città così come alle mancanza di servizi indispensabili he rappresentano un freno allo sviluppo delle attività economiche ed elementi scoraggianti per chi vorrebbe restarci e viverci. Nonostante questo scenario il tasso di occupazione dei giovani nelle aree rurali è superiore rispetto a quello delle città come ha evidenziato l’ultimo rapporto di Ismea grazie proprio ad un’agricoltura multifunzionale, guidata da giovani e donne, che rappresenta l’antidoto allo spopolamento delle nostre campagne e al rilancio dei nostri borghi”.

Gli sforzi, gli investimenti ed il premio insediamento del Piano di Sviluppo Rurale con 40 milioni nel quinquennio 2023-2027insieme alle produzioni di qualità certificate Dop e Igp che sono una spinta incredibile per le economie rurali, ai brand territoriali, i riconoscimenti che valorizzano e pubblicizzano le risorse naturali, gastronomiche, storiche, culturali e turistiche, stanno contribuendo a riportare i giovani volenterosi a coltivare la terra, a vivere le campagne, le colline e le montagne. Sono 4.336 le aziende agricole con a capo un giovane imprenditore con una età fino a 40 anni (9%) che coltivano 75.395 di ettari (13,4%), nel 53% dei casi in affitto, per una superficie media di 11,8 ettari. Su 1.230 aziende multifunzionali con capoazienda fino a 40 anni 808 sono specializzate nell’ospitalità agrituristica, 168 nelle attività conto terzi, 108 producono energia solare, 91 trasformano prodotti vegetali, 46 svolgono attività di fattoria didattica e 38 di agricoltura sociale. In un caso su due (52%) le aziende sono condotte da meno di 10 anni ed in un caso su tre (33%) si tratta di aziende nuove, start-up vere e proprie, il cui capitale fondiario non proviene da famigliari o parenti.

Tra i dati che emergono – spiega Coldiretti Toscana secondo il rapporto Ismea – è l’attitudine, delle imprese agricole toscane, a fare almeno un investimento innovativo nel triennio 2018-2020: il 32% contro il 12,4% delle imprese con capoazienda over 40. Nella più delle metà dei casi si tratta di investimenti sulla meccanizzazione poi impianto e semina, concimazione del suolo, lotta fitosanitaria e marketing. 745 sono le aziende biologiche su uno stock di 4.336, 81 gli allevamenti bio. Il 60% è associata ad organizzazioni di produttori o ad una rete di imprese.

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