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Banca Mps: Valentini risponde a tre interrogazioni urgenti in consiglio comunale

A seguito delle recenti dichiarazioni del presidente di Fondazione MPS, Marcello Clarich, circa il futuro della direzione di Banca MPS e del suo legame con la città, nella seduta consiliare di ieri, 28 gennaio, sono pervenute e state discusse, in forma accorpata, tre interrogazioni orali urgenti sul tema.

Della prima, presentata da Giuseppe Giordano (Siena Rinasce) e sottoscritta anche da Laura Sabatini e Alessandro Trapassi (Gruppo consiliare Laura Sabatini e Alessandro Trapassi), Pietro Staderini (Sena Civitas), Andrea Corsi (L’Alternativa), Ernesto Campanini (Sinistra per Siena, RC, SsM), Michele Pinassi (Siena 5 Stelle) e Marco Falorni (Impegno per Siena), sono stati accolti per motivi di ammissibilità e urgenza soltanto due dei cinque punti sollevati. Interpellando il sindaco Valentini, il consigliere Giordano ha chiesto di riferire “quali azioni sono state compiute dagli organi attualmente in carica di Fondazione MPS per conservare e incrementare il proprio patrimonio” e “come giudica l’operato dei vertici della stessa Fondazione e, infine, se abbia convocato gli amministratori di sua nomina per avere maggiori informazioni sulla delicata situazione di Banca e Fondazione MPS”.

Anche la seconda interrogazione, illustrata da Alessandro Piccini (Nero su Bianco) e firmata dalla collega di gruppo Maria Isabella Becchi, da Pietro Staderini (Sena Civitas) e Giuseppe Giordano (Siena Rinasce), si è focalizzata sulla necessità di “conoscere le considerazioni del sindaco a riguardo delle dichiarazioni di Clarich, secondo cui sarebbe difficile mantenere a Siena la direzione MPS”; Piccini ha chiesto anche <<maggiori chiarimenti sulla vicenda, che presagiscano conoscenze più ampie di ciò di cui è conoscenza questa assise o di quello che è apparso sulla stampa”.

Infine, la terza, presentata da Michele Pinassi, che ha sottolineato come <<il presidente Clarich abbia già confermato la difficoltà di mantenere la sede di Banca MPS nel territorio senese, con una quota azionaria del solo 1,5% detenuta dalla Fondazione, nonostante il suo dettato statutario” e chiesto al sindaco “se tali dichiarazioni riflettano la posizione della Deputazione generale e se abbia concordato una posizione con i deputati di nomina comunale”.

Il sindaco Bruno Valentini ha esordito dichiarando di “confermare quanto espresso poco prima sulla ferma posizione su un obiettivo strategico: il mantenimento del legame, oggi più flebile ma storicamente forte, fra la città di Siena e Banca MPS, che è ancora la più grande impresa della Toscana”. <<Nonostante che qualcuno mi abbia consigliato di stare zitto sulle questioni che riguardano la Banca – ha proseguito il sindaco – quanto accade dimostra come sia, invece, importante occuparsi del suo destino con competenza e responsabilità”.

Valentini ha quindi sottolineato la necessità e la volontà di fare tutto ciò che sarà ancora possibile, pur nella consapevolezza dei limiti del ruolo attuale della Fondazione, “che, comunque, ha investito parte del proprio patrimonio attraverso i due ultimi aumenti di capitale esattamente allo scopo di mantenere una partecipazione nel capitale sociale della Banca ed essere, quindi, parte dell’azionariato di controllo che ha nominato gran parte degli attuali vertici”. Come ha specificato il sindaco, “la Fondazione ha contribuito a designare il CdA della Banca: c’è sintonia, ma non può esserci un rapporto di subordinazione fra la stessa Fondazione e i membri del CdA nominati dal Presidente Clarich, i quali, con la loro autonomia, cercano di dare un contributo alle scelte che fa la Banca”.

Valentini ha quindi riconosciuto gli sforzi compiuti dalla Banca, grazie anche all’apporto dei dipendenti, per “avere messo a posto i propri fondamentali di bilancio; aver passato gli esami della Banca Centrale Europea; non dipendere da ulteriori aumenti di capitale; aver mantenuto una buona fiducia con i clienti ed essere capaci di tornare alla redditività”. Quanto all’andamento dei corsi azionari, il sindaco ne ha attribuito le cause soprattutto a manovre speculative e alla paura che si è diffusa dopo i casi di Popolare Etruria e delle altre banche minori: “I soldi immessi grazie all’aumento di capitale sono ancora dentro la Banca, sotto forma di mezzi propri, e chi sostiene che siano stati bruciati dalle quotazioni del titolo dice un’enorme sciocchezza”.

Sulle azioni compiute da Fondazione MPS per la valorizzazione del proprio patrimonio liquido, il sindaco ha fatto riferimento agli investimenti in una forma di gestione del patrimonio mobiliare “che mi riferiscono essere in linea con i migliori benchmark del mercato. Credo che la Fondazione abbia tentato di avere rendimenti superiori per poter distribuire la redditività realizzata attraverso tale investimento, come da fini statutari, alla città e al territorio. Ci diranno com’è andata, ma non penso benissimo, perché credo che qualsiasi gestione dinamica abbia avuto un andamento negativo negli ultimi mesi”. Valentini ha inoltre evidenziato che la Fondazione ha comunque messo in atto degli interventi concreti: “Se fra pochi mesi potremo aprire la nuova sede del Tribunale civile è anche grazie al contributo della Fondazione per 300mila euro; così come sono stati aperti alcuni bandi, di importi certamente ridotti rispetto al passato, finalizzati a sostenere l’occupazione e lo sviluppo della città”.

“Siamo tutti consapevoli – ha concluso il primo cittadino – che una bella fetta di futuro del nostro territorio si gioca sul destino della Banca, del suo legame storico con la città e del mantenimento della sua direzione a Siena. Allo stesso tempo, sappiamo che il Governo e l’Europa sollecitano un processo di aggregazione che riguardi anche Banca MPS, la quale ha però bisogno di tempo e serenità per ogni ulteriore ipotesi di ristrutturazione e per poter sedere con più forza a qualsiasi tavolo negoziale senza essere sotto lo scacco, anche psicologico, di un momento di estrema difficoltà. In questa fase, ogni ipotesi di aggregazione vedrebbe ingiustificatamente svantaggiato il partner MPS da valori di Borsa non corrispondenti alla realtà operativa e patrimoniale dell’istituto senese”.

Nelle dichiarazioni finali degli interroganti, Giordano ha preferito non esprimersi in modo netto, visto il parziale accoglimento come urgenti dei quesiti del suo documento e, nell’attesa di conoscere l’attuale valore del patrimonio di Fondazione MPS rispetto al corso precedente, ha definito “limitate le azioni promosse dalla stessa Fondazione per il mantenimento e l’incremento del proprio capitale”. Piccini, che ha richiamato le responsabilità del sindaco “per una Fondazione che, in parte, dipende anche da lei”, ha affermato che avrebbe preferito un atteggiamento maggiormente incisivo, pur nella consapevolezza di quanto sia difficile mettere in discussione meccanismi già in atto da tempo. Pinassi ha invece parlato di “un triste epilogo di una vicenda nella quale pare che la Fondazione, invece di rappresentare e tutelare gli interessi della città, le stia remando contro: non resta che chiederne lo scioglimento, come vero e proprio atto di rinascita, per evitare ulteriori rendite sulle spalle dei senesi”. Tutti, infine, hanno concordato sulla necessità di recuperare un maggiore rapporto con i designati in Deputazione generale di nomina comunale.

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