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Banca Mps, approvato il bilancio 2022 con una perdita di 205 milioni

Mentre ieri l’ad Luigi Lovaglio ha compiuto un anno alla guida di Banca Mps, stamattina il Cda di Rocca Salimbeni ha approvato i risultati consolidati preliminari al 31 dicembre 2022, con un utile netto del 4° trimestre pari a 156 milioni di euro, “a conferma della raggiunta capacità della banca di generare redditività sostenibile”, si legge in una nota, ma anche un -205 milioni considerano tutto l’anno solare, a causa dei costi di ristrutturazione legati al piano di esodi incentivati (senza il quale si sarebbe chiuso l’esercizio a +720 milioni).

L’utile beneficia della crescita di oltre il 60% del risultato operativo lordo e della riduzione dei costi HR per l’uscita di oltre 4.000 risorse all’inizio di dicembre che a regime nel 2023 consentiranno risparmi per oltre 300 milioni di euro.

L’utile dell’anno, esclusi i costi di ristrutturazione una tantum per esodi (925 milioni di euro), è pari a 720 milioni di euro supportato da un risultato operativo lordo di 989 milioni di euro e un positivo impatto delle tasse per 425 milioni di euro.

Post costi di ristrutturazione una tantum connessi alle uscite volontarie, risultato netto a fine 2022 è di -205 milioni di euro.

Si segnala una forte crescita del risultato operativo lordo nel 4° trimestre a 333 milioni di

euro (+64,5% t/t e +65,6% a/a) grazie sia al contributo dei ricavi (+15,6% t/t e +16,6% a/a) che ai minori costi (-3,2% t/t e -2,3% a/a).

Risultato operativo lordo dell’anno a 989 milioni di euro (+13,2% a/a e +28% a/a al netto dei proventi da cessione titoli).

Margine di interesse in significativo miglioramento (+26% a/a), con forte accelerazione anche nel 4° trimestre grazie alla positiva dinamica dello spread commerciale (+54bps t/t e +86bps a/a).

Andamento dei volumi in linea con la strategia del piano, con impieghi e depositi retail sostanzialmente stabili.

Livello delle commissioni, sia nel 4° trimestre che nell’intero esercizio, impattato dalla volatilità dei mercati, soprattutto per la componente upfront relativa al collocamento di prodotti di wealth management in relazione anche all’andamento dei tassi di mercato.

Riduzione degli oneri operativi nel 4° trimestre (-3,2% t/t) grazie ai risparmi hr connessi alle uscite di personale avvenute il 1° dicembre, consentendo di portare la dinamica a -2,3% a/a.

Cost/income del 4° trimestre scende al 60%, rispetto al 72% nel 3° trimestre e già in linea con il target di piano al 2024 (60%).

Stock dei crediti deteriorati lordi a 3,3 miliardi di euro, in calo di circa il 20% a/a, grazie alla cessione di un portafoglio di 0,9 miliardi di euro e alla continua gestione proattiva delle posizioni:

npe ratio lordo al 4,2% (4,9% nel 2021)

npe ratio netto al 2,2% (2,6% nel 2021)

incremento a/a della copertura complessiva dei crediti deteriorati al 48,1%

tasso di provisioning annuo pari a 55 punti base

Cet 1 ratio fully loaded al 15,6% (11% nel 2021) che oltre all’aumento di capitale si incrementa di ulteriori 90 bps nel 4° trimestre, grazie alla riduzione di rwa e all’utile generato.

Solida posizione di liquidità anche dopo il rimborso di 10 miliardi di euro di tltro iii: lcr > 190% e nsfr >130%.

 

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