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“Salviamo i mari”: l’Università di Siena lancia il progetto internazionale “Plastic Busters Mpas”,

Esperti e studiosi di 15 paesi europei si uniscono contro i rifiuti plastici che inquinano il Mediterraneo: ieri all’Università di Siena si sono incontrati i rappresentanti di istituzioni internazionali ed enti di ricerca che danno vita al progetto “Plastic “Plastic Busters Mpas”, per il lancio ufficiale del progetto quadriennale, appena finanziato con 5 milioni di euro da Interreg Europe, il fondo dell’Unione Europea per lo sviluppo regionale.
Il progetto, dedicato a studiare e proteggere le aree marine protette del Mediterraneo, a partire dal santuario Pelagos e dall’Arcipelago Toscano, valuterà l’impatto della plastica sulla fauna marina e servirà ad adottare politiche comuni di lotta all’inquinamento.

A Siena sono intervenuti la professoressa Maria Cristina Fossi dell’Ateneo senese e il suo gruppo di ricerca, referente scientifico del progetto, i rappresentanti di Ispra, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, ente coordinatore del progetto, il ministro plenipotenziario del ministero degli Affari esteri Enrico Granara, Alessandra Sensi per la Union for the Mediterranean, istituzione intergovernativa che riunisce 43 paesi e che ha conferito a Plustic Busters il “label”, il riconoscimento che lo pone tra i progetti strategici per lo sviluppo dell’area Mediterranea. Inoltre, hanno partecipato i rappresentati dell’Unesco, del Segretariato europeo Interreg Med, e i rappresentanti di istituzioni ed enti di ricerca che partecipano al progetto, provenienti da Italia, Spagna, Francia, Grecia, Albania, Croazia e Slovenia.

Plastic Busters Mpas è il primo progetto su scala mediterranea, in cui i paesi dell’Unione Europea e alcuni paesi candidati all’adesione uniscono le forze per affrontare la problematica dei rifiuti marini, con un approccio coordinato. Il Mediterraneo è infatti una delle aree più colpite da rifiuti plastici nel mondo, così come recentemente documentato su riviste scientifiche internazionali dai ricercatori coinvolti nel progetto. Anche all’interno delle aree protette, gli impatti sulla fauna marina, comprese le specie in via di estinzione, non sono completamente conosciuti, e sono ancora insufficienti le misure di prevenzione e mitigazione.“Plastic Busters MPAs” verrà realizzato nell’ambito del programma Med-Interreg (2014-2020) e avrà il compito di diagnosticare gli impatti delle macro e microplastiche sulla biodiversità nelle aree marine protette, di definire e testare misure di sorveglianza, prevenzione e mitigazione dell’inquinamento marino da rifiuti plastici, di sviluppare un quadro comune di azioni, di politiche e di legislazione. Obiettivo è anche definire un Piano di Governance congiunta, attraverso un approccio partecipativo e un impegno concreto delle Aree marine protette coinvolte nel progetto, per attuarlo attraverso specifici protocolli di intesa, con l’obiettivo di estendere le buone pratiche individuate a tutte le aree marine protette del Mediterraneo. Nella parte finale del progetto, lo scopo sarà fornire ai decisori politici raccomandazioni e strategie per la gestione dei rifiuti plastici marini.

Informazioni sul progetto Plastic Busters, da cui si sviluppa il progetto internazionale Plastic Busters Mpas, sono sul sito web: plasticbusters.unisi.it.

Ad Antenna Radio Esse, per presentare il progetto, è intervenuta la ricercatrice Cristina Panti.

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