L’endorsement del deputato Giovanni Donzelli per una ricandidatura di De Mossi alla carica di sindaco nel 2023 ha spiazzato non soltanto il diretto interessato ma ha causato fibrillazioni all’interno della maggioranza di centrodestra che lo sostiene.
All’indomani degli incontri romani del sindaco De Mossi, non cambia la posizione dei partiti del centrodestra senese. La palla, in sostanza, è nel campo del primo cittadino, dove è sempre stata: a lui spetta in ogni caso una decisione sulla possibile ricandidatura, come aveva annunciato in primavera individuando come data cardine il dopo Palio e poi il dopo elezioni. «Aspettiamo la decisione del sindaco, è l’unico che ha in mano la sua ricandidatura», commenta il coordinatore comunale di Fratelli d’Italia Enrico Tucci.
E come lui Paolo Salvini coordinatore provinciale della Lega («Aspettiamo la decisione del sindaco, poi il partito farà tutte le valutazioni che deve»); e Lorenzo Lorè coordinatore provinciale di Forza Italia: «La nostra posizione è sempre la stessa da mesi, aspettiamo che il sindaco dia un’indicazione sulla sua volontà, poi il partito farà tutti i passaggi che deve per una città importante come Siena».
Insomma, il sindaco si prenda sulle sue spalle la decisione di provare a rimettere insieme una maggioranza che nelle ultime settimane ha dato non pochi segnali di scollamento, tra forze politiche e liste civiche da una parte, fedelissimi del sindaco dall’altra. La lunga querelle sulla commissione per il fondo contro il caro bollette alla fine ha costretto il sindaco a lasciare spazio al consiglio, seppure con il palliativo di una mozione che difende l’operato dell’amministrazione nella gestione del bilancio. E in questi giorni l’affondo di tutta la maggioranza contro l’assessore Paolo Benini (assessore praticamente in quota sindaco) e la gazzarra sulle illuminazioni natalizie (anche qui con Chiti-Francesconi contro parte della giunta) testimoniano il clima di tensione tra chi è più vicino al primo cittadino e il resto del centrodestra.
Non pare facile mettere in piedi una campagna elettorale in queste condizioni. Ma al tempo stesso, come possono le forze di centrodestra sfiduciare il sindaco con cui sono state al governo della città per quattro anni e mezzo? Un rebus che ormai è vicino a essere sciolto. Dalla data delle elezioni, che doveva rappresentare la linea di demarcazione, sono passati ormai 45 giorni. E non sarà possibile protrarre a lungo una decisione, pena nuovi possibili strappi in consiglio comunale.O.P.