Il Consiglio Comunale di Siena ha approvato oggi l’adozione della variante semplificata al piano operativo “Ars Marmi”, che consentirà l’apertura di una media distribuzione non alimentare, nella zona della Strada Statale 73 Levante, in località Due Ponti. Si parla di una superficie fino a 1500 metri quadrati, con un adeguato parcheggio annesso, che accrescerà l’offerta commerciale, sostiene la giunta Fabio, riqualificando al tempo stesso i due capannoni esistenti.
“Come si evince dal piano operativo – ha spiegato l’assessore all’urbanistica del Comune di Siena Michele Capitani, che ha illustrato l’atto – le aree miste insistenti in questa zona, come in altre del nostro territorio, sono ambiti che prevedono principalmente attività terziarie (sia direzionali che commerciali) che artigianali, anche con tipologie edilizie a capannone e in cui l’attrazione di grandi flussi di traffico e di persone non sempre corrisponde un’adeguata dotazione in termini di accessibilità e parcheggi. Basterebbe questo a far capire il senso di questa variante che per questa amministrazione avrà uno sviluppo in ambito di piano strutturale. Nella zona abbiamo al momento due edifici: in entrambe gli immobili è già ammessa la possibilità di effettuare commercio al dettaglio fino a trecento metri quadrati”.
“La variante – ha aggiunto Capitani – ha come base di partenza il fatto che a novembre del 2023 è stata adottata dal Consiglio Comunale una variante normativa, che ha introdotto il così detto ‘C2 asteriscato’, ovvero la categoria di media distribuzione non alimentare per consentire una migliore disciplina di governo di attività del territorio, per un minore impatto in termini di traffico e poter così diversificare le scelte urbanistiche”.
“In sostanza – ha spiegato ancora l’assessore – nella zona della Strada Statale 73 Levante, la variante prevede il passaggio da due ‘C1’, come in questo caso, a ‘C2 asteriscato’. In questo modo, in quella zona si potrà arrivare ad avere una superficie di vendita fino a 1500 metri quadrati di commercio di qualsiasi tipo non alimentare, creando una miglioria con un’accessibilità e una dotazione di parcheggio adeguate, in quanto la categoria ‘C2 asteriscato’, a differenza delle due ‘C1’, richiede circa il doppio di superficie di parcheggio senza monetizzazione. Con questa variante applichiamo soprattutto un principio che dovrà guidare anche la disciplina delle altre aree miste preesistenti, per le quali potranno esserci in futuro anche altre ‘C2 asteriscato’ sempre condizionati all’accessibilità e alla dotazione di parcheggi idonei. Secondo questa amministrazione si tratta di un principio per un commercio che sia accessibile e sostenibile. Aggiungo che nella zona oggetto della variante era già ammissibile la categoria ‘C1’, che prevede ogni tipologia, anche alimentare e somministrazione, mentre la ‘C2 asteriscato’ esclude alimentare di ogni tipo e tenta di dotare il territorio di una struttura di media, idonea alla connotazione ormai commerciale della zona”.
“Gli strumenti urbanistici vanno più lenti rispetto alle richieste dei privati – ha concluso Capitani – ma c’è un interesse più generale: la zona, ormai diventata commerciale, deve però avere strutture in grado di assolvere compiutamente a questa funzione. Tramite la ‘C2 asteriscato’ abbiamo creato un’adeguata categoria rispetto alle esigenze del territorio, ovvero la sopracitata categoria di media distribuzione non alimentare, che accresce l’offerta commerciale. La visione sul futuro è proprio questa, cioè correggere gli errori fatti in passato. Aggiungo infine che, pur non essendo l’aspetto preminente della variante stessa, oltre ai consueti oneri, c’è il contributo straordinario per il maggior valore che i due immobili vanno a ricevere. Tutte le somme saranno vincolate alla complanare. Infine senza dimenticare la riqualificazione che viene attuata nella zona: non si prevede peraltro la creazione di nuovo edificato, ma la riqualificazione dei due capannoni, anche con demolizione totale e ricostruzione con aumento del venti per cento”.
L’intervento di Giulia Mazzarelli (Pd, che ha votato contro)
L’urbanistica, tra le moltissime questioni burocratiche e atti che riguardano l’amministrazione e il governo della città, è sicuramente un tema di grande importanza e interesse per la collettività, non a caso è un argomento che a livello normativo contiene al suo interno i percorsi della partecipazione come un passaggio costituivo e obbligatorio. Oggi di nuovo dopo poche settimane ci apprestiamo a votare l’ennesima variante semplificata, di nuovo come nel caso di Palazzo Sozzini Malavolti mi domando quale sia l’interesse pubblico accertato, requisito indispensabile normalmente in caso di varianti semplificate. Ci sono alcuni aspetti che vorrei sottolineare, i quali credo possano costituire delle criticità pesanti e che credo che non siano state sufficientemente attenzionate. La prima riguarda la viabilità, l’apertura di questa nuova struttura nella zona tra i Due ponti e viale Europa, esattamente dove insistono la Ars Marmi e la ex Ceramiche Terzani, avrà inevitabilmente un aggravio dal punto di vista del traffico, si tratta di un intervento in una zona già piuttosto compromessa e sovraccarica per afflusso di mezzi leggeri e pesanti, e credo si possa con sicurezza prevedere un incremento nel flusso di traffico soprattutto di mezzi pesanti. L’amministrazione ha valutato con la necessaria attenzione questo aspetto? Vorrei inoltre sottolineare un ulteriore punto che riguarda l’aumento del valore che la variante semplificata permetterà di ottenere agli attuali proprietari dell’edificio attraverso l’incremento volumetrico del 20%, c’è un riscontro in termini economici per il Comune di Siena, a fronte di questo evidente vantaggio concesso? Verrà definito in modo chiaro, trasparente, e soprattutto sarà stabilito un criterio generale che possa valere anche in altri eventuali casi? Infine ribadiamo nuovamente come già fatto in più occasioni, che pesa in modo estremamente negativo, l’assenza di un atto di programmazione complessivo. Ci opponiamo con forza al susseguirsi di una serie di varianti “ad personam” che si preoccupano di favorire interessi personali a fronte di un interesse pubblico dimenticato. Come donne e uomini di sinistra che credono al valore sociale del bene comune come unico faro e guida dell’azione pubblica, vorremmo spronare l’amministrazione ad esplicitare, qual’è (se c’è) la visione, l’obiettivo generale che dovrebbe precedere, stare ad un livello più alto e accompagnare le azioni puntuali, quali sono gli interventi legati all’urbanistica che l’amministrazione intende affrontare nel prossimo futuro e perché? Siamo sicuri che, ad esempio, questo intervento non danneggi ulteriormente i piccoli esserci commerciali di vicinato? L’assessore Capitani ci comunica, che questa variante è propedeutica ad una serie di interventi simili che avverranno in futuro. Ci chiediamo se questa decisione corrisponda ad una analisi dei bisogni sociali, economici, culturali della nostra città. La proposta di approvare attraverso una variante allo strumento urbanistico, l’apertura di una struttura di media vendita non alimentare (un centro commerciale) di 1500 mq (riferito alla sola superficie di vendita) a Siena, è tecnicamente sicuramente fattibile . É altrettanto vero però che questa proposta per noi, consiglieri del PD, non è ammissibile. Siena non ha bisogno di una “cattedrale“ del consumo ma potrebbe invece avere bisogno di altre cattedrali di arte e cultura, luoghi di aggregazione e socialità, anche fuori dal centro storico. Guardiamoci intorno in Europa, Monaco di Baviera, Praga, Valencia, Barcellona, Lyon solo per nominare alcune città europee, investono nella costruzione di straordinari luoghi di cultura, in musei che sono già di per sé architettonicamente opere d’arte che accolgono esposizione di arte ma anche di scienza e di tecnologia, dandoci la possibilità di conoscere, sapere e capire di più. Vorremmo appellarci alla visione per il bene comune che al posto della miopia che accontenta, volta dopo volta il singolo portatore di interessi, favorisca la realizzazione di progetti lungimiranti. Questo sarebbe un giusto e necessario contributo alla cittadinanza.