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A rischio la Camera di Commercio di Siena e la sua sede

E’ in fase di approvazione un decreto legislativo da parte del governo Renzi che ha come oggetto la Riorganizzazione delle Pubbliche Amministrazioni e, quindi, anche delle Camere di Commercio. Il 22 ottobre 2013 sono stati festeggiati nel salone attico della Camera di Commercio di Siena i 150 anni delle attività svolte a sostegno delle imprese e del territorio.

Niente faceva presagire che a distanza di pochi mesi, febbraio 2014, il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, appena insediato, annunciasse l’abolizione delle Camere di Commercio e la loro sostituzione con speciali agenzie per gestire tutti i rapporti burocratici fra strutture pubbliche e imprese.

Il primo provvedimento avverso al sistema camerale è stato il decreto legge n. 90 del 24 giugno 2014 con il quale fu previsto una riduzione sino al 50% del diritto annuale nell’arco dei tre anni; tributo che tutte le imprese devono versare ogni anno a favore della Camera di Commercio competente per territorio.

A seguire la legge delega 124/2015 ha confermato tale dimezzamento del diritto annuale e ha introdotto il processo di riordino complessivo del sistema camerale, con una riduzione delle CCIAA italiane dalle attuali 105 a solo 60. Tale legge ha, per fortuna, prescritto il mantenimento dei livelli occupazionali; mentre secondo le fonti di stampa e dalle bozze che sono circolate in rete, il decreto delegato prevederebbe la rideterminazione delle dotazioni organiche del personale, con riduzioni del 15%, per arrivare sino a tagli del 25% per il personale delle CCIAA derivanti da accorpamento, come nel caso della Camera di Commercio di Siena che dovrebbe andare con quella di Arezzo in considerazione che la CCIAA di Grosseto si è già, da tempo, accorpata con quella di Livorno.

La riorganizzazione prevede la razionalizzazione degli uffici e, soprattutto delle sedi che svolgono funzioni di supporto addirittura addivenendo ad ipotesi di una unica sede territoriale: quindi per quanto concerne la Camera di Commercio Siena/Arezzo, l’unica sede solo nel capoluogo aretino…..

Certo è che dall’atteggiamento verso i dipendenti pubblici da parte dell’attuale Governo non c’è da aspettarsi niente di buono; un Governo che vuole introdurre il concetto della messa in mobilità (ossia di mandare a casa con il licenziamento dopo due anni i dipendenti in esubero) a partire dal piccolo sistema delle Camere di Commercio (solo 7.400 dipendenti in tutta Italia) per, poi, magari esternederlo ai comparti maggiori della pubblica amministrazione, o meglio provarci. Da rilevare che i dipendenti pubblici hanno il contratto bloccato dal 2010 e all’epoca il debito pubblico era pari ad 1.851.252 milioni di euro. A quanto sarà oggi il debito pubblico? Chissà! Ad ottobre 2015 era pari a 2.211.800 milioni di Euro. Ci sembra che i conti non tornino.

Per quanto ci riguarda è facile affermare che il problema di questo Paese non è rappresentato dalle piccole Camere di Commercio in quanto tale e nemmeno dai dipendenti pubblici.

Riteniamo incomprensibile questo abuso di delega, il voler tagliare con decreto tanta forza lavoro qualificata, quando la legge prevedeva, appunto, la salvaguardia occupazionale, sia questo immotivato accanimento contro il sistema camerale, volerlo privare delle sue funzioni essenziali, funzioni di sostegno alle imprese e ai territori, proprio in una fase economica così delicata come quella che stiamo vivendo.

Per la UIL FPL Siena
Il Segretario Provinciale

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