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69enne ricoverata alle Scotte, non è meningite C. De Luca: “Vaccinandoci facciamo bene a noi stessi e alla comunità”

Rimangono gravi le condizioni della donna di 69 anni, della provincia di Arezzo, ricoverata da sabato scorso all’ospedale delle Scotte di Siena per una sospetta meningite. Gli accertamenti che si sono conclusi ieri hanno individuato nel batterio “Haemophilus influenzae” il responsabile dell’infezione. “Si tratta di un batterio – spiega il professor Andrea De Luca, direttore Malattie Infettive Universitarie AOU Senese – che raramente può determinare infezioni gravi nei bambini piccoli o negli adulti immunodepressi ed è meno aggressivo del più noto meningococco di tipo C. La paziente è ancora in prognosi riservata, ricoverata in rianimazione, ma la gravità delle sue condizioni dipende non tanto dal batterio, quanto dal fatto che l’infezione ha colpito una persona già molto fragile a causa di patologie di base di cui soffriva da tempo. Questo batterio ha una contagiosità è limitata; si diffonde maggiormente in autunno e in primavera. Solitamente provoca una malattia simil-influenzale che si risolve in pochi giorni; in limitati casi può invece evolvere in forme invasive come la meningite, la polmonite o l’epiglottite”.
L’allarme meningite che è scattato in Toscana tiene comunque alta l’attenzione. “Certo, siamo attenti sia dal punto di vista dell’osservazione clinica ai casi che si verificano nel territorio, alle Scotte abbiamo avuto qualche settimana fa un caso pediatrico ricoverato da noi che proveniva dalla provincia di Grosseto, che è l’unico che si è verificato in questo periodo. Nessuno nella provincia di Siena fino a questo momento. Sono anche in corso indagini epidemiologiche coordinate dalla regione per verificare la presenza sul territorio, anche quello senese, di portatori sani di questo batterio che porta la meningite. L’impressione è che al momento l’epidemia da meningococco di tipo C sia confinato nell’area tra Firenze e Pisa con qualche appendice verso Arezzo. La trasmissione avviene per via aerea, con contatto ravvicinato a distanza inferiore al metro per contrarre la malattia da un malato o da un portatore sano.
Il consiglio è ovviamente il vaccino. “Il vaccino serve per vari motivi, sia come protezione individuale, ma anche come protezione di massa. Vaccinandoci facciamo bene a noi stessi e alla comunità”.

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