APPROVATO IL BILANCIO 2016/2018 DELLA BIBLIOTECA COMUNALE DEGLI INTRONATI
Il Consiglio Comunale ha approvato nella seduta di oggi il bilancio 2016/2018 della Biblioteca comunale degli Intronati. <<Nonostante le generali difficoltà di ordine finanziario, anche per la mancanza dei contributi provenienti dalla Provincia (130mila euro annui) – ha introdotto il sindaco Bruno Valentini – questo bilancio permetterà l’avanzamento del progetto generale di allestimento della “nuova biblioteca”, il proseguimento degli interventi di tutela e conservazione del patrimonio, e il mantenimento del livello quantitativo e qualitativo dei servizi. Tutto sarà possibile anche per l’aumento del contributo da parte del Comune che ammonta a 350mila euro: 90mila in più rispetto al 2014>>.
<<Un’attenzione – ha fatto presente il primo cittadino – difficilmente riscontrabile in altre parti d’Italia che ci permette di mantenere alto il livello qualitativo offerto alla città e ai tanti studenti e studiosi che la frequentano. Punto di riferimento della rete delle biblioteche della provincia e luogo di incontro e contaminazione culturale per i tanti appuntamenti che vi vengono organizzati e i servizi messi a disposizione>>.
IL TITOLO AZIONARIO DI BANCA MPS E L’ADEGUAMENTO DELLO STATUTO DELLA FONDAZIONE NEL DIBATTITO CONSILIARE
Il sindaco Valentini ha risposto a un’interrogazione di Giuseppe Giordano
L’andamento del titolo azionario di Banca MPS ha costituito l’elemento centrale dell’interrogazione presentata nel Consiglio odierno da Giuseppe Giordano (Siena Rinasce) e sottoscritta anche da Andrea Corsi (L’Alternativa), Pietro Staderini (Sena Civitas), Laura Sabatini e Alessandro Trapassi (Gruppo consiliare Laura Sabatini e Alessandro Trapassi), Ernesto Campanini (Sinistra per Siena, SsM, RC), Michele Pinassi (Siena 5 Stelle) e Marco Falorni (Impegno per Siena).
Giordano ha sottolineato come <<le perdite subite dal titolo dall’inizio dell’anno e la significativa diminuzione del suo valore abbiano vanificato gli ultimi aumenti di capitale, ai quali pare che abbia partecipato anche la Fondazione MPS. Un soggetto che, invece, sarebbe chiamato da statuto a promuovere e supportare lo sviluppo socio-economico del territorio con un ruolo costitutivo, propositivo e aggregante>>. Richiamando anche <<l’intervento fatto dal presidente della Fondazione MPS, nel corso dell’assemblea della Banca tenutasi nello scorso mese di settembre, secondo cui le difficoltà dell’istituto si sarebbero riflesse anche su Palazzo Sansedoni>>, Giordano ha chiesto al sindaco <<quali ricadute sul patrimonio della Fondazione abbia avuto l’andamento negativo della quotazione del titolo della Banca; qual è l’attuale consistenza di tale patrimonio e quale era al momento dell’ultimo avvicendamento della presidenza>>. Il consigliere ha concluso domandando anche <<se non si ritenga opportuno proporre modifiche urgenti allo statuto della Fondazione, la quale non può più avere quella perniciosa autonomia che l’ha portata al disastro, o addirittura la sua stessa liquidazione come previsto da alcuni articoli dello stesso statuto>>.
Come ha risposto il sindaco Bruno Valentini, i dati ufficiali saranno disponibili, come per le altre fondazioni bancarie, in seguito all’approvazione del bilancio annuale 2015 che dovrebbe essere approvato dalla Deputazione Generale (DG) entro il mese di aprile. Al momento sono quindi disponibili i dati del 2014, dai quali si evince un patrimonio netto di circa 532 milioni e un aggiornamento gestionale a ottobre 2015 che evidenzia un valore di circa 523 milioni, soprattutto a seguito della vendita di azioni Banca Mps, per la diluizione parziale effettuata prima dell’aumento di capitale del giugno 2015: dal 2,5% a circa l’1,55%.>>
Il sindaco ha aggiunto che <<la Fondazione ha comunicato, in varie occasioni, come a seguito del suddetto aumento di capitale, sottoscritto per l’1,5% circa, il controvalore di bilancio della banca sia prossimo ai 100 milioni, mentre il valore di carico è di circa 2,28. Per quanto Banca MPS rappresenti per la Fondazione un’immobilizzazione finanziaria, ovvero un investimento di lungo periodo, il pesante andamento azionario del titolo avrà un ulteriore impatto sul controvalore di bilancio della partecipazione>>.
<<La DG ha analizzato i rilievi formulati dal Ministero dell’Economia (MEF) alla delibera della stessa DG nella seduta dello scorso 16 dicembre – ha continuato il primo cittadino – di adeguamento dello Statuto della Fondazione al protocollo Acri/Mef siglato il 22 aprile 2015.
I rilievi hanno riguardato, in particolare, l’articolo 3 – comma 3 dello Statuto, secondo il quale la Fondazione si adopera affinché siano mantenute nella città di Siena la sede e la Direzione generale della Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A. e che almeno la maggioranza dei membri del Consiglio di Amministrazione e il Presidente del Consiglio di Amministrazione della Banca Mps S.p.A. siano scelti tra persone domiciliate nel Comune o nella Provincia di Siena>>.
In conclusione Valentini ha rammentato come il MEF avesse già formulato un analogo rilievo allo Statuto approvato nel 2013, <<sottolineando che l’articolo 3 – comma 3 non è in linea con il protocollo Acri/MEF che sollecita la separazione funzionale fra fondazioni e società bancarie conferitarie. Cosa che vale per tutte le banche. Dopo un’approfondita analisi e discussione, la Fondazione ha stabilito di posticipare qualsiasi decisione in merito alle suddette osservazioni pervenute dal MEF e avviare una fase di consultazione. A questo scopo, saranno organizzati due incontri sui rapporti tra Fondazione, Banca MPS e territorio. Per quanto riguarda gli altri rilievi, la DG ha deliberato all’unanimità di recepirli integralmente: in particolare, ha soppresso l’articolo 8 – comma 2, lettera C che attribuisce alla DG la competenza di deliberare lo scioglimento della Fondazione e la conseguente devoluzione del patrimonio. Ciò in quanto la messa in liquidazione della Fondazione costituisce una potestà riservata al MEF in base all’articolo 11 – comma 7 del D.Lgs. n°153/1999>>.
<<Dal bilancio 2015 – ha concluso il sindaco – non mi aspetto notizie molto positive. Farò un intervento pubblico per esprimere la mia opinione sul futuro della Fondazione, per valutare se le risorse devono servire solo per il suo autofinanziamento o per il territorio. Per me la risposta è la seconda scelta>>.
<<Non mi posso considerare soddisfatto – ha risposto Giuseppe Giordano – e questo per più ragioni, soprattutto per le considerazioni politiche. Se, infatti, la perniciosa autonomia non è condivisa dal sindaco, questi d’ora in poi deve rinunciare a fare le nomine, tanto più che i nominati non rispondono da tempo alle sue “chiamate”. C’è da chiedersi, poi, quale sia il concetto di autonomia dalla politica a cui pensa il sindaco. Chissà se è lo stesso in base al quale mandò a Renzi un sms per sapere se poteva fare le nomine in Fondazione. Inoltre, la domanda posta dal sindaco è legittima, ma prima della riunione della DG per l’approvazione del bilancio sarebbe opportuno che questo consesso adottasse un atto di indirizzo, visto che le norme statutarie del Comune lo prevedono e che il sindaco le disattende da tre anni>>.
IL SINDACO VALENTINI RISPONDE A UN’INTERROGAZIONE DI ANDREA CORSI SUL RAPPORTO TRA BANCA MPS E IL TERRITORIO SENESE
Valentini: <<La difesa del mantenimento della sede dell’istituto a Siena deve passare dall’azione di Fondazione MPS e vedere unite tutte le forze politiche cittadine e regionali>>
Il mantenimento della sede di Banca MPS a Siena e il rapporto tra l’istituto e il territorio. Richiamando le dichiarazioni sulla stampa del presidente di Fondazione MPS, Marcello Clarich, che ha posto la riflessione <<se sia sempre un obiettivo realistico quello della sede a Siena o se, magari, andava attenuato>> e citato il pensiero dell’amministratore delegato della Banca, Fabrizio Viola, sulla “disaffezione biunivoca” con il territorio, Andrea Corsi (L’Alternativa) ha presentato un’interrogazione sottoscritta anche dal collega di gruppo Massimo Bianchini e da Marco Falorni (Impegno per Siena).
Il consigliere ha chiesto al sindaco <<se è d’accordo con quanto dichiarato dal presidente Clarich; se sia soddisfatto del suo operato e cosa ritiene a proposito delle relazioni tra Banca MPS e la città>>.
Il sindaco Bruno Valentini ha affermato che <<come già dichiarato altre volte, dobbiamo prendere atto che oggi Banca MPS è una grande società privata. Una sorta di public company nella quale il management ha un ruolo rilevante e dove il patto di sindacato tra i soci ha subito una continua evoluzione, modificandosi profondamente. Oggi la Fondazione ha una percentuale di partecipazione inferiore all’1,5%, mentre quella dello Stato passerà presto a valori vicini al 7%>>.
<<La difesa del mantenimento a Siena della sede dell’istituto – ha aggiunto il sindaco – deve passare dal ruolo e dall’azione di Fondazione MPS e vedere unite tutte le forze politiche cittadine e regionali, insieme alle corrispondenti istituzioni, vista la rilevanza economica di quella che è una delle principali aziende toscane anche in termini occupazionali. Non dobbiamo mostrarci accondiscendenti con scelte che andrebbero in altre direzioni e, nonostante che i mezzi a nostra disposizione non siano più incisivi come lo erano una volta, manterremo un atteggiamento di assoluta fermezza>>.
Rispetto al rapporto tra la banca e il territorio, <<senza valutare il ragionamento di Fabrizio Viola, riportato in forma indiretta >> Valentini ha detto di non giudicare positivamente <<il livore e i comportamenti di chi volta le spalle all’istituto senza ricordare ciò che è stato per la città. Lo spostamento dei depositi e la riduzione dei rapporti economici, contrattuali e in termini di servizi rappresenta una deriva che mi addolora. I senesi dovrebbero dare, invece, un segnale di fiducia alla loro banca a conferma di un rapporto plurisecolare>>.
Corsi si è dichiarato <<non soddisfatto della risposta del sindaco, il quale ha evitato di parlare delle dichiarazioni di Clarich e di Viola, né dell’atteggiamento di tanti consiglieri della maggioranza non presenti in aula che, evidentemente, non provano particolare interesse per questo tema. Più che di livore dei senesi, parlerei di preoccupazione per le sorti dell’istituto e arrabbiatura nei confronti di coloro che l’hanno portato in una situazione di tali difficoltà, sia dal punto di vista delle scelte gestionali sia da quello delle responsabilità politiche>>.
I QUATTRO BAR DEI COMPLESSI UNIVERSITARI VERSO UNA NUOVA GESTIONE
Il sindaco Valentini ha risposto a un’interrogazione di Marco Falorni sul mancato pagamento delle retribuzioni al personale dipendente della società concessionaria
Le sorti occupazionali dei dipendenti dei quattro bar in servizio in altrettanti complessi dell’Università degli Studi di Siena hanno costituito il tema dell’interrogazione presentata da Marco Falorni (Impegno per Siena) e sottoscritta anche da Andrea Corsi e Massimo Bianchini (L’Alternativa).
Falorni ha richiamato le notizie di stampa dello scorso mese di gennaio, secondo le quali <<i circa 20 lavoratori dei bar dell’Ateneo, gestiti da un’azienda appaltante, non avrebbero riscosso la mensilità di novembre>> e i successivi incontri fra le loro rappresentanze sindacali, i vertici dell’Ateneo e una delegazione dell’azienda.
Il consigliere, dopo aver sottolineato che <<pur essendo cessato lo sciopero dei dipendenti interessati non vi sono certezze sugli accordi intrapresi>> ha chiesto al sindaco <<se, nonostante il Comune non abbia competenze dirette sulla vicenda, stia seguendo l’evolversi della situazione e abbia intenzione di attivarsi a tutela dei lavoratori coinvolti>>.
Il sindaco Bruno Valentini, consultatosi con il Rettorato, ha spiegato come, nel corso del 2014, l’Università degli Studi abbia espletato un bando di gara europeo, articolato in quattro lotti e basato sul criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, con l’obiettivo di affidare in concessione la gestione dei quattro bar ubicati nei complessi di San Francesco, via Mattioli, San Niccolò e San Miniato. <<In ciascuno dei quattro lotti l’assegnazione è spettata al consorzio Gruppo Greco, risultato primo nelle graduatorie stilate con il bando. Quindi è corretto dire che la gestione dei bar è di competenza di tale impresa, in regime di concessione di servizi, e non dell’Università. L’impresa sostiene infatti i costi e introita i proventi della gestione, pagando un canone all’Ateneo. Ne consegue che i lavoratori sono dipendenti della concessionaria>>.
Il sindaco è poi entrato nel merito della vicenda: <<Nello scorso mese di dicembre le organizzazioni sindacali hanno segnalato all’Università il mancato pagamento della mensilità di novembre e della tredicesima 2015 ai dipendenti dei quattro bar. L’Ateneo, anche in nome dell’osservanza del capitolato tecnico e della normativa in materia di rapporti di lavoro, previdenza e assistenza sociale, ha accertato la situazione e individuato le misure da adottare. L’impresa concessionaria ha motivato la situazione con una grave crisi della propria gestione aziendale>>.
Valentini ha spiegato che, in tale contesto, <<il semplice ricorso ai rimedi contrattuali, come le penali o la sua stessa rescissione, avrebbe probabilmente aggravato o compromesso la situazione del personale, che, in caso di soluzione di continuità della gestione, rischiava di perdere le eventuali clausole di salvaguardia circa il proprio riassorbimento da parte di un’impresa subentrante>>. <<E’ stato grazie al continuo dialogo tra le parti coinvolte e alla determinante mediazione del Prefetto di Siena, Renato Saccone – ha aggiunto il primo cittadino – se lo scorso 15 febbraio è stato sottoscritto un accordo che prevede il proseguimento della concessione del Gruppo Greco fino al prossimo 15 aprile, a due condizioni essenziali: il ritiro della procedura di licenziamento collettivo già avviata e il pagamento delle mensilità retributive scadute secondo il piano concordato. Impegni che, a oggi, risultano rispettati>>.
Il sindaco ha concluso informando l’aula che l’Università ha appena espletato una procedura concorsuale ai sensi del “Codice dei contratti e degli appalti” per la concessione annuale in un unico lotto della gestione dei quattro bar a decorrere dalla data del 15 aprile prossimo.
Falorni, anche a nome degli altri consiglieri interroganti, si è dichiarato parzialmente soddisfatto: <<Si capisce che l’Amministrazione ha seguito la vicenda e l’invito è quello di continuare con questa attenzione, proprio ora che si avvicina il momento decisivo della querelle, affinché tutti i passaggi siano regolari e a garanzia del personale interessato>>.
IL FUTURO DELLE CAMERE DI COMMERCIO E GLI EFFETTI DELLA RIFORMA IN ATTO SULLA SEDE SENESE
Il vicesindaco Mancuso ha risposto a un’interrogazione di Giuseppe Giordano
Qual è il futuro delle Camere di Commercio e quali effetti potrà avere su Siena il loro attuale processo di riorganizzazione? Questo il senso dell’interrogazione presentata nella seduta consiliare odierna da Giuseppe Giordano (Siena Rinasce) e sottoscritta anche da Massimo Bianchini (L’Alternativa), Pietro Staderini (Sena Civitas), Laura Sabatini e Alessandro Trapassi (Gruppo consiliare Laura Sabatini e Alessandro Trapassi).
Giordano ha richiamato il decreto legislativo del governo Renzi, attualmente in fase di approvazione, che ha per oggetto la riorganizzazione delle pubbliche amministrazioni, tra cui le Camere di Commercio, e che segue il decreto legge n°90/2014 e la legge delega n°124/2015 i quali avevano previsto una riduzione a livello nazionale delle attuali sedi da 105 a 60. Il consigliere ha poi evidenziato le voci di stampa secondo le quali <<il decreto prevedrebbe anche la rideterminazione delle dotazioni organiche del personale, con riduzioni variabili tra il 15% e il 25% derivanti da accorpamenti come quello che potrebbe riguardare Siena, Arezzo e Grosseto con l’individuazione di un’unica sede territoriale>>.
Alla specifica richiesta di Giordano di <<riferire quali effetti potrebbe avere per la città il processo di riforma in atto e quali iniziative siano state poste per il mantenimento a Siena della sede della Camera di Commercio>>, ha risposto il vicesindaco Fulvio Mancuso che, dopo una breve sintesi sul percorso legislativo, ha ricordato che, in base alla legge n°124/2015, il riordino del sistema camerale prevede una riduzione delle sedi da 105 a 60 sulla base di un parametro che prevede una soglia minima di 75mila imprese iscritte o annotate nell’apposito registro. <<La legge è ancora in attesa del decreto “attuativo”; per questo gli organi camerali non hanno al momento assunto alcuna deliberazione su possibili accorpamenti con altre Camere di Commercio. Una situazione accompagnata da grande preoccupazione, soprattutto per quanto concerne le funzioni e i compiti che potranno svolgere questi enti che, negli anni, hanno assicurato un presidio territoriale e garantito servizi adeguati alle piccole e medie imprese>>.
<<L’attività dei nostri parlamentari – ha aggiunto il vicesindaco – continua: l’onorevole Cenni, che ho sentito più volte, ha presentato un’interrogazione sul tema dei dipendenti di Unioncamere e ha già interloquito con il sottosegretario del Ministro Madia. Il testo del decreto delegato, che per due volte stava per approdare al Consiglio dei Ministri, mi risulta sia stato ritirato. Al momento è aperta ancora una discussione, come mi ha riferito l’onorevole Dallai. Un dibattito aperto a livello politico e istituzionale non tanto sull’accorpamento delle Camere di Commercio quanto sulle loro funzioni, perché è sembrata balenare l’ipotesi che le stesse si dovessero ridurre alla sola attività di registro delle imprese, facendo venir meno quindi tutte quelle attività importantissime di promozione in favore delle piccole e medie imprese e l’attività di osservatorio economico e del lavoro sul territorio. Tutta una serie di dati sull’evoluzione delle tendenze economiche, sullo stato del tessuto economico e occupazionale forniti proprio da questi enti>>.
Come ha informato il vicesindaco <<l’impegno dei parlamentari senesi continua affinché non sia toccato il tema importantissimo delle funzioni; mentre sul versante degli accorpamenti questi, pur rispondendo a una logica di efficientamento, possono dar adito a preoccupazioni per la distanza che verrebbe a crearsi tra i presidi istituzionali e il tessuto economico, produttivo e sociale>>.
<<Indicazioni utili >> ha risposto Giuseppe Giordano. <<Dalla risposta del vicesindaco è emerso un quadro più preciso, anche sulle conseguenze di un accorpamento tra Siena, Arezzo e Grosseto. La promozione e il monitoraggio sull’attività del territorio non sono subalterne alla tenuta del registro delle imprese; si deve evitare la penalizzazione di Siena anche per le prospettive occupazionali che ne potrebbero derivare>>.
IL CONSIGLIO COMUNALE APPROVA LA COPERTURA DEI SERVIZI PUBBLICI A DOMANDA INDIVIDUALE
L’assemblea consiliare, nella seduta odierna, ha approvato i tassi di copertura percentuale di riferimento per i servizi pubblici a domanda individuale, previsti nel bilancio di previsione dell’ente per il 2016 e calcolati sulle previsioni di entrata e di spesa.
Il sindaco Bruno Valentini, intervenuto nel dibattito, ha spiegato che <<i costi complessivi di gestione comprendono gli oneri diretti e indiretti di personale, le spese per acquisto di beni e servizi, le spese per i trasferimenti e le quote di ammortamento degli impianti e delle attrezzature>>.
<<Inoltre – ha proseguito – dobbiamo tener conto che i costi comuni a più servizi sono riportati sulla base di percentuali determinate dal D.L. 55/1993, mentre le entrate complessive comprendono le tariffe a carico dell’utenza, altre entrate e contribuzioni destinate alle attività come, ad esempio, contributi regionali, sponsorizzazioni e trasferimenti>>.
Il quadro che emerge risulta il seguente: asili nido, entrate 800mila euro, uscite 1 milione e 465.938, per una copertura del 54,57% (il tasso reale è del 27,28% in quanto la normativa prevede che le spese si calcolino per la metà); impianti sportivi, 83mila euro a fronte di un costo pari a 749mila (copertura 11,07%); musei e pinacoteche, entrate 2milioni 511mila, uscite 2milioni 924mila (85,86%); teatro e attività culturali diverse, entrate 629mila, uscite 1 milione 678.372 (48%); mense scolastiche, entrate 1 milione 827mila, uscite 3milioni 351mila (54,52%); alberghi, case di riposo, residenze, ricovero anziani, entrate 752mila, uscite 1 milione 737.500 (43,28%); illuminazione votiva, entrate 190mila, uscite 194.800 (97,54%).
Su 6 milioni e 792mila euro in entrata, le uscite ammontano a 12 milioni e 101.704, con una copertura di 56,12%. Il Comune di Siena presenta, quindi, tassi di copertura dei servizi ampiamente superiori al limite normativo del 36%, comunque non vincolante per gli enti in equilibrio finanziario
CONSIGLIO COMUNALE: INVARIATE LE ALIQUOTE IMU E TASI PER IL 2016
L’assemblea consiliare, nella seduta di oggi, ha approvato le aliquote e le detrazioni d’imposta di IMU (imposta municipale propria) e TASI (tributo per i servizi indivisibili) per l’anno 2016.
<<Restano invariate per il 2016 le aliquote IMU>> come ha illustrato il sindaco Bruno Valentini. Rimane, infatti, al 10,6 per mille quella ordinaria e al 6 per mille quella per abitazione principale (A/1, A/8 e A/9 con le relative pertinenze); esenzione per i terreni agricoli. Per le case classificate “di lusso”, che pagheranno anche se “prima casa”, è confermata la detrazione di 200 euro dall’imposta dovuta per l’abitazione principale, comprese le pertinenze.
Per quanto riguarda la TASI, una componente della IUC (imposta unica comunale), la grande novità riguarda l’esenzione della prima casa disposta dal Governo; i benefici a Siena saranno di molto superiori alla media, dato l’alto livello delle rendite catastali.
La TASI è stata istituita nel 2013 ed è basata su due presupposti impositivi: uno costituito dal possesso di immobili e collegato alla loro natura e valore, e l’altro alla erogazione e fruizione di servizi comunali. <<La tassa è stata modificata sostanzialmente dalla legge di stabilità 2016 – ha spiegato Valentini – che ne ha escluso l’applicazione sia a carico del possessore sia dell’utilizzatore dell’immobile se destinato ad abitazione principale del possessore, a eccezione degli immobili classificati A/1, A/8 e A/9 per i quali l’aliquota è pari allo 0,6 per mille. Esenti i terreni agricoli e fissata all’1 per mille l’aliquota applicata per i fabbricati rurali strumentali>>.
<<Anche per il corrente anno – ha concluso il primo cittadino – rimangono esclusi dalla TASI i contratti di tipo concordato, ai sensi della legge 431/1998, stipulati secondo l’Accordo territoriale del 2009>>. Da tener presente che, per questa tipologia di contratti, gli interessati dovranno presentare apposita comunicazione entro il prossimo 31 dicembre, e che l’eventuale discordanza, anche di una sola condizione prevista, determina l’assoggettamento al tributo.