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David Rossi: il video artefatto, i dubbi sulla caduta. Attesa per i risultati delle perizie

L’ipotesi che la morte di David Rossi non fu suicido, non è più condivisa solo tra parenti e pochi amici. Dopo il sopralluogo di sabato scorso nel vicolo di Monte Pio e nella sede del Monte dei Paschi, i dubbi aumentano e anche i tecnici nominati dalla procura affermano che fu un caso archiviato troppo frettolosamente. Il colonnello dei Ris Davide Zavattaro, che si occupa dei supplementi d’indagine disposti dal pm Boni, ha affermato, come riporta Il Fatto quotidiano, che “la caduta non può essere avvenuta così come descritta negli atti”. Così come si ipotizza, e per questo si sono svolte ulteriori le misurazioni, che David Rossi possa essere precipitato dalla finestra dell’ufficio al piano superiore al suo e non da quello del terzo piano come detto ad archiviazione del caso. “Siamo soddisfatti per come si è operato durante il sopralluogo, che è stato svolto con criterio – da detto l’avvocato Luca Goracci – anche se la dinamica descritta in serie di archiviazione non può essere quella e forse non serviva neanche un sopralluogo sotto questo profilo. E’ servito però per verioficare altre ipotesi che poi sono quelle che abbiamo sostenuto dall’inizio con l’ingegner Scarselli. Una di queste è che la finestra possa essere stata non quella dell’ufficio, ma quella posta al piano di sopra e per questo è stato posizionato nel vicolo un’asta metrica e fatte le riprese per vedere la velocità di caduta. Bisognerà vedere, ma non sarà facile, perchè proprio per la natura del video i calcoli di velocità sono estremamente complicati da fare”. Proprio sulla caduta c’è il video, che però non sarebbe integrale.
“Il video secondo noi è artefatto, mancano dei minuti che potrebbero essere fondamentali per ricostruire gli ultimi attimi di vita di David Rossi. Abbiamo richiesto l’originale ma sembra non ci sia più, era stato estratto dal video della banca e passato in due chiavette usb che non sappiamo dove siano. Sabato sono stati prelevati anche campioni dal muro del palazzo perché si pensa che il materiale ritrovato sulle scarpe della vittima non coincida con quello
Abbiamo poi riconsegnato orologio e cellulari per nuove campionature ed esami di genetica forense per verificare se vi possano essere tracce di Dna. Sarà un’operazione lunga perchè gli oggetti sono stati nella disponibilità di più persone, però per esclusione potrebbe essere possibile vedere se ci sono tracce di soggetti diversi rispetto a coloro che hanno avuto contatti sia con il telefono che con gli orologi. Sono passati 3 anni e non è facile acquisire nuovi elementi ma gli esperti dicono che comunque qualcosa può esserci sempre, il rammarico è che non siano stati fatti prima questi rilievi”.

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