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Dal 10 al 17 luglio la Settimana Musicale Senese

Avrà per titolo “Specchi” l’edizione n. 71 della Settimana Musicale Senese dell’Accademia Musicale Chigiana in programma dal 10 al 17 luglio nella città toscana. Ideata dal direttore artistico Aldo Bennici, la Settimana si presenta ricca di rarità e novità, in un ideale gioco di specchi e di rimandi in cui i più antichi repertori di musica e danza popolare del nostro paese e non solo, si confrontano con la musica dei tanti compositori – di oggi e di ieri – che ad essa si sono ispirati. Ne saranno interpreti voci femminili straordinarie, artisti, musicisti, ensemble di fama internazionale. “In questa stagione ho voluto coniugare le passioni musicali del conte Chigi Saracini, fondatore dell’Accademia Musicale Chigiana, con le mie – spiega Aldo Bennici -. Mi sono molto divertito a costruire questo festival che unisce musica popolare e musica colta. Il titolo ‘Specchi’ deriva proprio da questa duplice prospettiva della stessa realtà”.

Anche in questa edizione del Festival, non mancherà l’attenzione alla musica contemporanea con la commissione di un nuovo lavoro, quest’anno affidato ad Azio Corghi per oltre dieci anni docente ai corsi della Chigiana. E sarà proprio questa novità, eseguita in prima assoluta, ad inaugurare la Settimana giovedì 10 luglio al Teatro dei Rinnovati: si tratta di Blanquette (2014) musica di scena che Corghi ha composto sul racconto La chèvre de M. Séguin di Alphonse Daudet. Protagonista l’attrice Chiara Muti nome di spicco nel panorama teatrale italiano, qui voce recitante affiancata dall’Orchestra della Toscana diretta da Marco Angius – fra i direttori italiani più stimati per il repertorio della musica d’oggi – e dal Coro dei Polifonici Senesi (maestro del coro Raffaele Puccianti).

Leggendo il racconto di Daudet – racconta Corghi –, immediatamente mi sono schierato dalla parte di Blanquette. Pur ammettendo il dubbio che può sorgere fra l’agire con prudenza e l’agire istintivo e vitale, mi sono sentito subito dalla parte di questa capretta dal manto bianco, che spinta dal desiderio di libertà fugge dal gregge per raggiungere la montagna e qui trova la morte, dopo una forsennata lotta contro un lupo famelico, di cui era stata inutilmente allertata. La constatazione mi ha permesso di ‘trasgredire’, anche sul piano linguistico puramente musicale, nei confronti di altri ‘contemporanei ordini precostituiti’. Nella ‘tematizzazione’ del personaggio emerge l’indole curiosa, vitale e ribelle di Blanquette di fronte all’atteggiamento aggressivo e feroce del lupo (specchio musicale della prima). Il che dovrebbe determinare nell’ascoltatore l’istintiva reazione di opporsi a una realtà intimidatoria che impedisce di assaporare anche le ‘gioie rischiose’ della vita per il timore di finire in bocca al lupo nel tentativo temerario di sconfiggerlo a cornate”.

Alla novità di Corghi si riflette la musica di scena, che seguirà alla sua prima, dell’Arlésienne capolavoro di Georges Bizet, anch’essa composta su un testo di Daudet, in un gioco di destini incrociati che accomunano i protagonisti delle due differenti storie, quel desiderio di amore e libertà brutalmente negato: nell’Arlésienne ne è protagonista l’amore infelice di Fréderi per una ragazza di Arles che lo porterà alla morte. L’Arlésienne sarà eseguita nella revisione critica della versione originale per 26 strumenti (a cura di Giacomo Zani) e nella traduzione italiana del testo e riduzione per voce recitante di Vincenzo De Vivo.

 

La Settima Musicale Senese prosegue venerdì 11 alla Chiesa di Sant’Agostino con “Santi e Santini”: un gioco di rimandi fra la visione popolare e quella colta del sacro, affidate alle voci di due straordinarie cantanti: Elena Ledda, interprete fra le più importanti della scena tradizionale sarda e mediterranea, con il suo ensemble presenta il suo ultimo lavoro Cantendi a Deus, un viaggio intenso, spirituale, alla scoperta dei canti del Venerdì Santo della tradizione sarda. Laura Polverelli, mezzosoprano senese fra i più apprezzati nel panorama lirico internazionale, con il Quartetto Bernini e Francesco Pepicelli al violoncello, interpreta invece lo Stabat Mater di Boccherini, vero e proprio capolavoro musicale del repertorio sacro, nella prima, e meno eseguita, versione del 1781.

 

Ancora alla Chiesa di Sant’Agostino sabato 12 luglio con Visioni Andaluse. A “specchiarsi” sono questa volte le canzoni spagnole: Juego de Siempre sono dodici canzoni popolari in ladino per voce e sette strumenti che la compositrice israeliana Betty Olivero ha composto nel 1991 recuperando melodie giudaico-spagnole dei discendenti degli ebrei espulsi dalla Spagna nel 1492; ne saranno interpreti la cantante italo-israeliana Esti Kenan Ofri e il Contempoartensemble diretto da Vittorio Ceccanti. Nella seconda parte toccherà a Ruth Rosique con la sua voce versatile e personalissima che, con il pianista Aurelio Viribay presenta una rara esecuzione delle Antiche canzoni spagnole per voce e pianoforte raccolte e armonizzate da Federico Garcia Lorca. Un omaggio alla mitica ballerina e coreografa spagnola L’Argentinita che proprio con Lorca, nella inedita veste di pianista, registrò un’antologia di canzoni popolari spagnole.

 

Il violoncellista Enrico Dindo, con I Solisti di Pavia lunedì 14 luglio alla Chiesa di Sant’Agostino, ci trascina nel viaggio virtuale “Weimar-Mar del Plata”. Un nuovo specchio, in cui si confrontano mondi differenti, continenti e linguaggi diversi. Dalla tedesca Weimar, cuore della tradizione strumentale mitteleuropea, città natale di Carl Philipp Emanuel Bach, di cui quest’anno si celebrano i trecento anni della nascita, e di cui saranno eseguiti la Sinfonia in mi magg. Wq 182 n. 6 e il Concerto in la magg. per violoncello Wq 172, si arriva in Argentina a Mar del Plata, città natale di Astor Piazzolla, che sarà ricordato con due suoi brani: Le Grand Tango (versione per violoncello e archi di Enrico Dindo) e Las Cuatro estaciones porteñas, opera composta fra il 1965 e il 1970, rappresentativa di uno dei più alti punti di incontro fra il tango e la tradizione musicale colta.

 

Nella suggestiva cornice del Cortile di Palazzo Chigi, mercoledì 16 luglio l’omaggio a Luciano Berio con Naturale per viola, percussioni e nastro magnetico. Scritto tra il 1985 e il 1986 per Aldo Bennici e l’Aterballetto, Naturale recupera i testi originali di canzoni siciliane commentate dalla voce di Celano, forse l’ultimo vero cantastorie siciliano, che Berio ebbe la fortuna di conoscere nel 1968. Sono canti di lavoro, canti d’amore, ninne nanne di rara intensità del folklore musicale siciliano che, lo stesso Berio ebbe modo di definire come “il più ricco, complesso e incandescente della nostra cultura mediterranea”. Lo eseguono Carmelo Giallombardo (viola), Jonathan Faralli (percussioni), regia del suono Francesco Giomi. Ad alimentare il senso di contrasto provvede la seconda parte del concerto, in cui lo specchio della Settimana Senese evidenzia il lato più “radicale” della tradizione senza il filtro dell’elaborazione colta, ovvero la tradizione dei cantastorie: ne sarà interprete l’attore e cantante Maurizio Sazio con la chitarra di Simone Vallerotonda.

 

Giovedì 17 luglio per la giornata conclusiva della Settimana un doppio appuntamento dedicato alla tarantella la danza tradizionale del sud Italia, fonte d’ispirazione per molti compositori ‘colti’ tra il XVIII e il XX sec. Nel concerto del pomeriggio a Palazzo Chigi Saracini la pianista Maria Grazia Bellocchio e il violinista Edoardo Zosi eseguono alcuni brani popolari e tarantelle d’autore scritte da Stravinskij, Sarasate, Szymanowski e Beethoven con l’ultimo tempo della Sonata “a Kreutzer”, il famoso Presto finale a ritmo proprio di tarantella. Gran finale la sera in piazza Jacopo della Quercia con Taranta d’amore. La notte del Gran Ballo di Ambrogio Sparagna e l’Orchestra Popolare Italiana. Una selezione di canti provenienti dal cuore della cultura di tradizione orale dell’Italia centro-meridionale in cui Sparagna riscopre e reinventa questi ritmi con la complicità dell’Orchestra Popolare Italiana, dove protagonisti sono gli strumenti tipici della tradizione musicale popolare italiana: zampogne, ciaramelle, organetti, tamburelli, mandolini, violini, chitarre battenti, ghironde, lire, ocarine e flauti di canna. Con una particolare attenzione al canto popolare dell’area “grica” salentina, un repertorio unico nel suo genere, esaltato dall’intrinseca musicalità di un antico idioma in cui si mescolano poesia popolare, echi di classicità e struggenti prove d’autore ad opera di folkloristi del secolo scorso. La serata è realizzata in collaborazione con IKO nell’ambito della rassegna “Siena and Stars”.

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