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Caso David Rossi, Scarselli: “Le nuove indagini non hanno chiarito i dubbi”

No deciso alla richiesta di archiviazione per suicido del fascicolo sulla morte di  David Rossi da parte dei legali e dei consulenti della famiglia del capo della comunicazione Mps. Chi ha svolto le ulteriori indagini sul volo dalla finestra del suo ufficio, non ha chiarito i tanti dubbi posti anche dalle perizie di parte, quindi non si può chiudere l’inchiesta. “Il fascicolo era stato riaperto per istigazione al suicidio – ha spiegato stamani ad Are Luca Scarselli, consulente della famiglia Rossi -, si chiedeva di indagare sulla presenza di terze persone al momento della morte ma su questo non sono state date risposte. La ricostruzione della dinamica effettuata dai consulenti della Procura non si spiega con le misure ed i rilievi fatti durante le perizie. Pretendiamo di sapere come si spiega la caduta di oggetti, forse l’orologio, alle ore 8,16 del 6 marzo ’13 quando proprio nell’ufficio si faceva una misteriosa telefonata dal cellulare di Rossi. C’erano persone nell’ufficio, per noi è depistaggio e occultamento di prove. Poi chi c’era nel vicolo mentre Rossi era agonizzante a terra? E’ chiaro dalle immagini che c’erano persone che stavano aspettando che l’ex responsabile area comunicazione morisse. L’analisi di queste immagini l’ho presentata in procura a marzo 2014 ma finora non si è mai parlato di omissione di soccorso. Altri quesiti: dove sono finiti i fazzoletti insanguinati trovati nell’ufficio di Rossi? Sono stati distrutti così come altre prove. Qui c’è un preconcetto che ci stiamo portando avanti dal momento della morte di Rossi: si è detto che era suicidio e si cerca di confermare questa tesi. Noi non ci stiamo e chiediamo il giudizio di un giudice terzo”.

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